Dopo la fatica della maturità la maggioranza dei giovani è spesso disorientata e incerta sui passi successivi da fare: lavoro o università? Per molti scegliere è davvero un’impresa e allora, qualcuno, preferisce fermarsi un attimo e prendersi un anno sabbatico; un po’ di tempo per pensare e per riposare la mente. Secondo un sondaggio effettuato da Skuola.net all’indomani della maturità 2018, circa 1 studente su 10 stava prendendo seriamente in considerazione questa opzione. Insomma, un periodo di transizione dopo il diploma superiore: il cosiddetto ‘Gap Year’, a cui non sempre però è facile imprimere una direzione chiara. Ma, sebbene da molti possa essere considerata una scelta ‘perdi-tempo’ e irresponsabile, sinonimo di Neet (quei ragazzi che non studiano né lavorano). In realtà concedersi del tempo ha i suoi vantaggi, che potrebbero anche rivelarsi determinanti ed essere sfruttati per il futuro. Eccone alcuni.
Stabilirsi per un po’ all’estero
Trascorrere un periodo all’estero (non solo per vacanza) è il sogno di molti, soprattutto degli studenti appena diplomati. Ciò che occorre è sicuramente un po’ di denaro per mantenersi e spirito di adattamento. Una volta arrivati sul posto, poi, sarebbe opportuno trovare un lavoro stagionale che permetta di imparare la lingua dalle basi e socializzare, facendo qualche conoscenza sul posto. Un viaggio del genere rimane sicuramente nei ricordi e, se vissuto appieno, sarà un’esperienza indimenticabile e altamente formativa per la vita.
Rendersi indipendenti con qualche lavoro
Prendersi un anno sabbatico non significa non fare proprio nulla, né tantomeno vivere totalmente sulle spalle della propria famiglia. Nell’attesa di capire cosa fare, sarebbe invece opportuno iniziare a responsabilizzarsi magari attraverso piccoli lavori saltuari che però possano avvicinare all’indipendenza dell’età adulta e alla comprensione delle regole generali che governano il mondo del lavoro. È possibile trovare lavori stagionali, part-time o semplicemente a chiamata - in Italia o anche all’Estero - che senza troppo impegno possono aiutare a sviluppare responsabilità, puntualità e precisione.
Imparare una lingua straniera
Sia che si decida di rimanere in Italia sia che si abbia il coraggio e la voglia di gettarsi invece in un’esperienza di vita totalmente nuova in un ambiente straniero, con persone estranee che parlano un idioma per noi ancora incomprensibile, è raccomandabile imparare almeno una lingua straniera. L’inglese, essendo la lingua franca per eccellenza a livello mondiale, la prima su cui concentrarsi. Ma, se già si padroneggia bene, il consiglio è di studiarne un'altra di nostro interesse, meglio se tra le più diffuse.
Oltre a uno studio autonomo sui libri (all’estero invece può avvenire in modo più semplice e quotidiano, tramite il contatto e la conversazione diretta con persone madrelingua) è raccomandabile anche quello presso una scuola di lingua, coerentemente con il livello a cui si appartiene, in modo da consolidarlo e progredire verso il successivo.
Il volontariato
Fare volontariato significa buttarsi in un’esperienza formativa molto rilevante che sicuramente fa crescere, cambiando il modo in cui pensiamo e osserviamo il mondo. Certo, non è una cosa da tutti e quindi, alla base di una scelta del genere, deve esserci una forte motivazione. Ma c'è di più, perché oltre a rimanere per sempre nel proprio bagaglio personale, può essere anche un punto a nostro favore lavorativamente parlando, visto che viene valutato positivamente da molti datori di lavoro.
Qualsiasi forma di volontariato offre, infatti, l’occasione di entrare in contatto con tante e diverse forme di bisogni, sociali ma anche culturali. Proprio per questo, nel momento in cui cercheremo seriamente una posizione, chi ci dovrà selezionare potrebbe valutarla come una forma di allenamento per quello che è il mondo professionale quotidiano: un'occasione di convivenza proficua e di lavoro cooperativo verso un obiettivo comune.