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Crimi: "Convenzione tra Radio Radicale e il Parlamento non sarà rinnovata"

Il sottosegretario all'Editoria sottolinea che "nessuno vuole la sua chiusura ma esiste già Rai Parlamento che trasmette le sedute". Le opposizioni insorgono: "Colpo alla democrazia"

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"La posizione è molto chiara: l'intenzione del governo, mia e del Mise è di non rinnovare la convenzione con Radio Radicale". Lo ha detto il sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi. "Nessuno ce l'ha con Radio Radicale o vuole la sua chiusura - ha aggiunto - ma ha svolto per 25 anni un servizio senza alcun tipo di gara e valutazione dell'effettivo valore. Sono questi i termini della questione, non altri".

"Come una concessione" - Il sottosegretario all'Editoria, interpellato al suo arrivo a un convegno sull'informazione locale in Lombardia, ha sottolineato che negli anni a Radio Radicale "la convenzione è stata rinnovata come una concessione". Ora, secondo Crimi, "la valutazione è stata fatta: esiste Rai Parlamento, un servizio pubblico, un canale istituzionale che trasmette le sedute parlamentari e delle commissioni".  

Le valutazioni del governo - A proposito dell'emittente radiofonica di proprietà dell'Associazione Politica Lista Marco Pannella, Crimi ha sottolineato che questo tipo di decisione "sta nella libertà di un governo, così come le leggi prevedono che si possa, nei limiti di certe risorse, effettuare una convenzione. A nostro avviso questa è stata rinnovata per 25 anni, come le concessioni".

Sensi (Pd): "Noi con Radio Radicale" - Le opposizioni però non ci stanno. Il primo a commentare è stato, tramite Twitter, il deputato Pd, Filippo Sensi: "Intanto Crimi mette a verbale che è intenzione, sua e di Di Maio, di M5S, dunque, di non rinnovare la convenzione di Radio Radicale. Sarebbe interessante sapere che ne pensa la Lega e se questo è il disegno di tutto il governo. Visti i chiari di luna. Noi con Radio Radicale più di sempre", ha scritto. 

Bernini (Forza Italia): "Colpo alla democrazia" - "Il governo ha deciso di chiudere Radio Radicale non rinnovando la convenzione che tutti i precedenti esecutivi avevano tenuto in vita riconoscendo all'emittente il merito di svolgere un servizio pubblico trasmettendo in diretta sedute del Parlamento, congressi di partito e grandi processi": così, in una nota, Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. "Una radio scomoda per la maggioranza sovranista che preferisce alla buona informazione canali più manipolabili di comunicazione e che oggi, attraverso le parole di un sottosegretario, annuncia lo stop dei finanziamenti a una grande voce libera. Con questo mix di supponenza e di ignoranza, il governo ha così inflitto un altro colpo all'informazione e alla democrazia", ha aggiunto la Bernini.

Mollicone (FdI): "Governo liberticida" - La decisione, annunciata da Crimi, di non rinnovare la convenzione a Radio Radicale suscita le critiche anche di Fratelli d'Italia. "Il governo liberticida del sedicente Cambiamento vuole zittire una voce di libertà come Radio Radicale, un archivio digitale della memoria dell'Italia repubblicana. Abbiamo presentato una mozione in entrambi i rami del Parlamento e siamo pronti alla battaglia d'aula fra Camera e Senato": è questa la posizione di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e capogruppo in commissione Cultura ed Editoria

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