"Un omicidio di estrema gravità, che ferisce il Paese e colpisce tutto lo Stato". Così il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro, ha commentato l'omicidio del maresciallo dei carabinieri Vincenzo Carlo Di Gennaro a Cagnano Varano. Il militare, di 47 anni, è stato freddato da un pregiudicato mentre era a bordo dell'auto di servizio con un collega, rimasto ferito. "E' un delitto totalmente privi di motivazioni", ha aggiunto Vaccaro.
Il killer aveva subito due controlli e minacciato i carabinieri: "Ve la farò pagare" - "Abbiamo tentato di interrogare la persona sottoposta a fermo, per conoscere la sua versione dei fatti. Ma ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere", ha spiegato il procuratore Vaccaro. L'assassino, il pregiudicato Giuseppe Papantuono, "nei giorni scorsi aveva subito due controlli: nel primo fu trovato in possesso di alcune dosi di cocaina; alcuni giorni dopo fu fermato per possesso di un coltello. Fu condotto in caserma per il sequestro e rilasciato. In maniera generica aveva detto: 'Ve la farò pagare'".
Si è fermato solo quando il caricatore era vuoto - Ricostruendo la dinamica dei fatti, il pm ha spiegato: "Papantuono era in strada e ha chiamato i carabinieri. Non appena il militare ha abbassato il finestrino, l'uomo ha sparato. Si è fermato solo quando il caricatore era vuoto. Voleva impossessarsi anche delle pistole dei militari. Poi si è aggrappato allo sportello dell'auto dei militari ed è rimasto aggrappato fino a quando l'auto non ha svoltato a sinistra. A quel punto è caduto".
Il padre della vittima: "Era un vero servitore dello Stato" - "Era un grande lavoratore. Amava la sua divisa ed era un servitore vero dello Stato". Luigi Di Gennaro ha ricordato così il figlio Vincenzo nella sua di San Severo, dove vivevano insieme. "Era molto cattolico e devoto a San Pio. Era un credente e me lo hanno ucciso. I delinquenti me lo hanno ammazzato", ha aggiunto.
La compagna della vittima: "Ci stavamo per sposare" - "Avevamo costruito una casa e stavamo progettando il matrimonio. Pero' gia' convivevano e ci volevamo molto bene", ha dichiarato in lacrime Stefania Gualano, la compagna del maresciallo. "Era un bravissimo ragazzo, era veramente in gamba. Sorrideva sempre, anche quando aveva difficoltà. Bisogna andare sempre avanti, diceva. C'erano i momenti in cui era giù di morale, però lui andava avanti perché diceva che la vita continua. Bisogna lottare e andare avanti".
Gesto non legato alla criminalità organizzata - "Il fatto - ha poi precisato Vaccaro - non si inserisce in logica della criminalità organizzata, ma si tratta di un gesto sconsiderato di una persona. L'episodio non si inserisce in finalità o metodologie di tipo mafioso, altrimenti sarebbe intervenuta l'antimafia". Tuttavia, ha aggiunto, "c'è un collegamento con la situazione del Gargano perché è espressione del livello di aggressività che la criminalità ha raggiunto da noi: una persone sottoposta a due controlli, assolutamente fondati, ha una reazione aggressiva verso lo Stato che si è 'permesso' di sottoporre a controllo. In questo senso l'episodio non va sottovalutato. Esprime una situazione drammatica sotto il profilo culturale".
Finora non contestata la premeditazione - Nel decreto di fermo notificato a Papantuono, ha proseguito, "non abbiamo contestato la premeditazione: la scelta è stata quella di attendere le sue dichiarazioni prima di procedere a questa accusa". All'uomo viene contestato l'omicidio aggravato del maresciallo Vincenzo Di Gennaro, il tentato omicidio del suo collega Pasquale Casertano e il porto abusivo di arma.
Carabiniere ferito ha soccorso il maresciallo - Il comandante provinciale di Foggia dei carabinieri, colonnello Marco Aquilio, ha spiegato che "il carabiniere Pasquale Casertano, nonostante la giovane età, ha avuto prontezza di riflessi: benché ferito, aveva un proiettile conficcato a pochi centimetri dall'aorta, ha trovato la forza di partire con la macchina, raggiungere la guardia medica e prestare il suo soccorso al maresciallo fino a quando non sono intervenuti gli aiuti".
Salvini: "Il killer deve passare la vita in galera" - Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "Mi auguro che quello che ha ucciso il carabiniere di Foggia, mio coetaneo, passi il resto dei suoi giorni in galera lavorando dalla mattina alla sera. Troppo comodo stare in carcere a guardare la tv".