Il Consiglio superiore della magistratura "non ha fatto nulla sul piano disciplinare" in merito al depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio. Lo ha denunciato Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso nel 1992, aggiungendo: "Quando il Csm si è mosso non l'ha fatto di sua iniziativa, ma solo su input di noi familiari e questo per me è abominevole".
Il riferimento della Borsellino è ad eventuali responsabilità disciplinari dei magistrati che indagarono sulla strage. Indagine condizionata da una clamoroso depistaggio su cui è in corso un processo a tre funzionari di polizia. "Ad oggi nei nostri confronti - ha aggiunto - non c'è stata alcuna riparazione. Io sono stata convocata dal procuratore generale della Cassazione. Ci si chiedono contributi a cui non ci siamo mai sottratti, contrariamente ad altri. Ma non c'è stata alcuna riparazione".
"Menti esterne alla mafia hanno ordinato a Cosa nostra di anticipare il progetto di omicidio di Paolo Borsellino e hanno dato anche ai clan il supporto logistico per fare la strage", ha invece detto il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, intervenuto con Fiammetta Borsellino al dibattito "Furti di verità, a Palermo. Scarpinato si è soffermato sui depistaggi dell'inchiesta sulla strage di via D'Amelio, riportando dati di indagini e ricordando il mix di verità e menzogna che ha offerto una ricostruzione falsata dei fatti costata l'ergastolo a sette innocenti.