Non è un caso che il progetto con cui Volvo ha deciso di condividere il suo know-how in fatto di sicurezza si chiami EVA. Perché le donne sono risultate le più esposte a danni di una certa gravità in seguito a incidenti stradali. Ma EVA è anche un acronimo: Equal Vehicle for All, che in soldoni significa che tutti i veicoli in circolazione devono essere in grado di garantire la medesima soglia di sicurezza a passeggeri, pedoni e utenti della strada.
La “library” che Volvo mette disposizione di tutti i costruttori automobilistici consiste in 40 anni di test drive sui “manichini”: oltre 44.000 referti e valutazioni, che corrispondono a tutte le fattispecie possibili e immaginabili di sinistri stradali. L’obiettivo di EVA è semplice: rendere tutte le auto più sicure, non solo quelle prodotte da Volvo, e proprio “Condividere la Sicurezza” è stato il tema del dibattito di presentazione del progetto EVA a Milano. Il riferimento storico è alle cinture di sicurezza, inventate da Volvo esattamente 60 anni fa e diventate il primo dispositivo di sicurezza di massa, in grado di salvare milioni di vite umane in tutto il mondo.
Volvo ha elaborato una strategia ‒ definita Vision 2020 ‒ per continuare sulla strada condivisa della sicurezza stradale. Ha proposto di limitare tutte le velocità massime a 180 km/h, perché senza girarci troppo intorno è proprio con le velocità altissime che diminuisce la soglia di sicurezza. Non solo, propone la “Care Key”, una chiave intelligente che consente di programmare la velocità massima dell’auto e, grazie a sensori e telecamere di monitoraggio della guida, blocca chiunque voglia andare oltre.
Unʼesperienza da prendere in seria considerazione quella di Volvo, forte di un bagaglio in tema di sicurezza senza eguali nel panorama automobilistico. Contro i colpi di frusta, i cui danni sono maggiori nelle donne, la Casa svedese ha sviluppato il sistema di protezione Whips per limitarne i traumi. E ancora nel 2017 Volvo ha ottenuto la soddisfazione di vedere la XC60 quale migliore auto nei test EuroNCAP.