Cuba approva la sua nuova Costituzione che, tra l'altro, contiene segnali di apertura al mercato. Il segretario del Comitato centrale del Partito comunista, Raul Castro, ha presieduto a L'Avana l'atto di promulgazione sostenendo che la Carta "garantisce la continuità della Rivoluzione e del carattere irrevocabile del socialismo, in coerenza con le aspirazioni di quanti, per oltre 150 anni, hanno lottato per una Patria indipendente e socialmente giusta".
Castro ha concluso il suo intervento assicurando che il testo costituzionale, ratificato in un referendum popolare il 24 febbraio, "è fedele al proposito di costruire un socialismo sempre più prospero, sostenibile, inclusivo e partecipativo".
Il nuovo testo è stato approvato nel referendum da 6,8 milioni di cubani (86,85% del corpo elettorale), mentre il no ha raccolto oltre 700mila voti (8,11%), con il 5,04% rappresentato da voti bianchi, nulli ed astensioni. Fra le novità più rilevanti della nuova Costituzione, che sostituisce il precedente testo del 1976, vi è "l'ampliamento e rafforzamento del settore privato, a partire dalla menzione dei soggetti che possono intervenire, che siano individui o organismi giuridici".