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Appendino: "La dicitura padre e madre sulla carta d'identità è un passo indietro sui diritti"

Via la scritta "genitore". Protestano le associazioni gay mentre per il sindaco di Napoli, De Magistris, si tratta di un gesto di "propaganda"

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"Come ho sempre detto penso che sia un passo indietro rispetto ai tanti in avanti che sono stati fatti in questi anni a Torino in tema di diritti". Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Torino, Chiara Appendino, in merito all'abolizione sulle carte d'identità dei minori del termine "genitore", sostituito da "padre" e "madre". Il primo cittadino ha quindi aggiunto che sta "cercando di capire quali siano i margini a disposizione per intervenire".

Il provvedimento, che prevede il ritorno alla dicitura "madre" e "padre" per la carta di identità dei minorenni anziché "genitori", è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Viene così modificato il testo della norma del 23 dicembre 2015. Mercoledì il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aveva scritto su Facebook: "Sulla carta d'identità tornano mamma e papà, via 'genitore 1' e 'genitore 2'. Ripristinato un po' di buonsenso".

De Magistris: "Abbiamo concezione diversa della famiglia" - Immediata la reazione del sindaco Appendino, a cui ha fatto eco il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris: "Abbiamo una concezione della famiglia molto diversa. Ci sono i genitori, il padre, la madre, famiglie molto diverse da quelle monolitiche di Verona. Non ci piace questa propaganda sui diritti che questo governo cerca di mettere in campo ogni giorno.

La protesta delle associazioni gay - Il segretario di Arcigay, Gabriela Piazzoni, ha invece parlato di "provvedimento anacronistico, colmo di tronfia ignoranza e destinato a mandare in tilt la pubblica amministrazione e i tribunali. Salvini ci spieghi come faranno i funzionari delle anagrafi a emettere le carte d'identità dei figli delle famiglie omogenitoriali. Cambieranno genere seduta stante a uno dei genitori? E ha idea della valanga di procedimenti legali che questo provvedimento provocherà?".

Fabrizio Marrazzo del Gay center ha chiesto al premier Giuseppe Conte il ritiro del provvedimento. "Da oggi molti genitori lesbiche e gay che hanno vinto cause, dove sono stati riconosciuti i loro figli, saranno impossibilitati nel fare i documenti. Restiamo basiti - ha aggiunto - su come il ministro Bongiorno, avvocato che si è speso per anni sul tema dei diritti, abbia potuto avvallare anche lei un tale ingiusto decreto che ha come solo obiettivo quello di discriminare i bambini, già riconosciuti dai tribunali come figli di coppie lesbiche e gay".

Nugnes (M5s): "Su carta d'identità attentano ai diritti" - Critiche al provvedimento sono arrivate anche da una esponente del M5s come Paola Nugnes: "Ma voi avete una persona cara, una che vi sta davvero a cuore che è gay? Avete idea del percorso che ha dovuto fare per accettarsi e farsi accettare, le difficoltà? A chi prende simili decisioni non basta dar loro degli 'sfigati'. Sono attentatori ai diritti altrui e vanno attaccati politicamente e culturalmente. Vanno fermati".

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