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Leonardo da Vinci e Firenze: fogli scelti dal Codice Atlantico

A Palazzo Vecchio fino al 24 giugno carte scritte tra gli anni Settanta del Quattrocento e la morte dell'artista, che hanno tutte una straordinaria capacità evocativa del legame tra la città e l'artista

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Nel nome di quel profondo legame che fino alla morte tenne stretto, seppur a distanza, Leonardo da Vinci a Firenze, la città toscana celebra il genio dell'arte, a 500 anni dalla morte, con la mostra "Leonardo da Vinci e Firenze. Fogli scelti dal Codice Atlantico". A Palazzo Vecchio, fino al 24 giugno, sono esposte dodici carte vergate a mano e provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Il percorso è a cura di Cristina Acidini; promosso dal Comune di Firenze, è organizzato da Mus.e grazie al contributo di Engie, player mondiale dell'energia e dei servizi.

La mostra I dodici fogli scelti, che non sono gli unici in cui si trovano richiami a Firenze, funzionano come fili d’Arianna al contrario, che indirizzano il visitatore nei profondi meandri del Labirinto, anziché indicarne l’uscita. E come Labirinto si devono considerare i tantissimi aspetti del rapporto sfaccettato e molto spesso contraddittorio tra Leonardo e la città nel cui dominio nacque e nella quale trascorse gli anni fondamentali della sua formazione.

Le carte in mostra sono state scritte tra gli anni Settanta del Quattrocento e la morte di Leonardo, nel 1519, e hanno tutte una straordinaria capacità evocativa. Grazie al contributo di esperti dei diversi argomenti trattati, di ogni foglio si fornisce la motivazione per la quale è stato incluso, a partire dal primo che contiene la nota frase “Sandro, tu non di' perché tali cose seconde paiono più basse che le terze”, interpretata come una critica alla prospettiva di Botticelli e che rimanda ai tempi in cui i due frequentavano entrambi la bottega di Andrea del Verrocchio, gettando le basi di una confidenza, che tuttavia non escluse mai la rivalità.

Chiude l’esposizione, contraltare delle opere su carta, un solo quadro. Proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, cui è stato donato nel 2013, il dipinto è di Gian Giacomo Caprotti detto Salaino e raffigura il Busto del Redentore. Nell'allestimento, introduce un argomento nuovo, nontrattandosi di un'opera riconosciuta come di Leonardo da Vinci, e non essendo riconducibile al rapporto del maestro con la sua città. Il dipinto tuttavia è connesso, per vie ancora misteriose ma inequivocabili, al Salaino, del quale reca la firma, o il soprannome, Salai, uno degli assistenti più cari a Leonardo, che lo seguì sicuramente nel soggiorno a Firenze, nei primi anni del Cinquecento. Questa effige d'iconica fissità e di remota dolcezza, d'indubbio sentore leonardesco, fa ancora molto pensare e farà ancora molto discutere.

"Una mostra su Leonardo nell'anno Leonardiano, a 500anni dalla morte, quando tutta Italia e oltre festeggiano il Genio con eventi, iniziative ed esposizioni, - ha commentato il sindaco Dario Nardella - è stata una sfida doverosa e avvincente, della quale ringrazio la curatrice Cristina Acidini, studiosa appassionata che ha trovato una diversa narrazione dell'artista caratterizzata dal rapporto sempre solido e mai dimenticato con la nostra e sua città".

Il Codice Atlantico, conservato nella storica biblioteca di Milano, è composto da 1.119 fogli,contenenti per lo più scritti e disegni di Leonardo da Vinci. Questo straordinario patrimonio grafico non è certo sconosciuto. Oltre alle edizioni integrali, che hanno seguito la prima curata dall’Accademia dei Lincei nel 1884, non si contano le ricerche e le pubblicazioni sui vari fogli a cura di studiosi di tutto il mondo. Inoltre, dopo l’imponente lavoro di restauro del Codice, nel 2008, la Biblioteca Ambrosiana stessa ha organizzato ben ventiquattro mostre, presentando diversi raggruppamenti tematici corrispondenti ai molteplici interessi di Leonardo e contribuendo così a mettere a fuoco la portata e la natura del suo ingegno.

"Ingegno eccelso, poliedrico e dispersivo", lo definisce la curatrice dell'esposizione a Palazzo Vecchio Cristina Acidini nell'introduzione al catalogo. "Trovare un nuovo percorso tematico che fosse scientificamente fondato e sostenibile, non è dunque stato facile – racconta. – Non si è voluta fare una scelta cronologica, tentando di ricostruire le attività e le ricerche di Leonardo, né una scelta di tipo estetico, privilegiando i fogli con disegni più grandi e godibili. Si è fatto invece un percorso diverso e mai tentato, partendo dalla città stessa della mostra, Firenze, e andando a cercare nei fogli del Codice i tanti richiami al luogo d’origine, mai veramente lasciato e comunque mai dimenticato. Leonardo e Firenze, dunque. Non solo Leonardo a Firenze, ma anche Firenze con Leonardo, sempre presente nella sua mente, ovunque egli si trovasse".

Leonardo da Vinci e Firenze
Fogli scelti dal Codice Atlantico

a cura di Cristina Acidini
Palazzo Vecchio, Sala dei Gigli, Firenze
29 marzo – 24 giugno 2019
Orari 9.00-23.00, eccetto il giovedì 9.00-14.00.La biglietteria chiude un’ora prima del museo. Il biglietto è incluso nell’ingresso a Palazzo Vecchio

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