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Santorini vuole mandare in pensione i suoi asinelli

I 4000 esemplari sfruttati dal turismo di massa. Intervengono gli animalisti supportati dal sindaco dell'isola

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Santorini vuole finalmente mandare in pensione i suoi emblematici, ma ormai stanchissimi muli. La passeggiata sul dorso di questi resistenti animali è un classico della vacanza sull'isolotto delle Cicladi. Frotte di turisti si mettono in coda per sfidare la ripida salita di 600 gradini che porta in cima. Lo fanno in genere all'alba o al tramonto per immortalare l'incredibile spettacolo del sole che nasce o viene inghiottito dalle acque.

Gli animalisti sono scesi in campo e stanno per lanciare una campagna contro lo sfruttamento degli asinelli, con la collaborazione del sindaco Nikos Zarzos. 
Da tempo immemorabile i viaggiatori hanno usato i muli per fare la spola tra il porto e il paesino, collocato a 400 metri sul livello del mare. L'introduzione di una piccola funivia ha aiutato ad alleggerire il carico, ma non a fermare il flusso di turisti. Ogni giorno le crociere scaricano la bellezza di almeno 17mila persone che invadono il 76 metri quadri di una delle mete preferite in tutta Europa. Lo stress ha causato danni irrimediabili alle pur forti spine dorsali dei muli. 

 

 

L'aspetto sorprendente della campagna è che ha riunito sotto la stessa bandiera le compagnie da crociera, sensibilizzate dalle innumerevoli proteste dei turisti, inorriditi per il trattatamento ricevuto dagli animali. 
Dopo le rumorose proteste e l'onda di indignazione sollevata da una martellante campagna social, il Governo greco è intervenuto, vietando che ogni asino - a Santorini se ne contano più di 4000 - possa trasportare più di un quintale di peso. Per ora nessuna messa al bando ufficiale delle gite sul dorso dei muli, ma una forte campagna di sensibilizzazione. 
Ma la vera sfida per la salvaguardia dell'isola è la riduzione degli afflussi giornalieri. Ridurre il numero degli ingressi a 8mila al giorno è il prossimo passo per la tutela dell'isola. 













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