Dopo New York, Londra e Cuba, è arrivata Parigi con il suo Crazy night. Quello di Alessandro Martorana è il party più atteso dell'anno, che spesso coincide con il suo compleanno, anche se il couturier italiano lo vive come una festa e basta. Quella per celebrare il brand che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Veste sceicchi e principi, tanti personaggi del mondo dello showbiz, ma è rimasto sempre con i piedi ben ancorati per terra.
Alessandro, quest'anno con Isa Fiore avete scelto Parigi come mood per la festa...
Sì, in realtà è il crazy night. Di Parigi ho un ricordo personale molto divertente. Un principe mi ha chiesto di andare da lui per un appuntamento, la destinazione non era Parigi, ero dentro l'aereo che si era già sganciato dal finger quando mi dicono che devo scendere per andare a Parigi. Non è stato facile convincere il comandante... Da Malpensa sono corso a Linate, il principe si è presentato all'appuntamento una settimana dopo. In quei giorni ho scoperto Parigi. Di sera, dopo la mezzanotte, si respira una atmosfera bellissima.
Cosa significa per te il made in Italy, a cosa non puoi rinunciare?
Eleganza e simpatia. La giacca è irrinunciabile. E' quello che mi distingue. Vado spesso negli Emirati Arabi, ma anche con il caldo una giacca la metto sempre. 'Ecco, è arrivato l'italiano', dicono. Per me è un gesto di educazione.
Vesti principi, persongagi dello spettacolo, ma ci sono anche ragazzi semplici che vengono da te in showroom?
L'abito è per tutti. Per me è un enorme piacere. La gente è diventata più elegante e poi un abito sartoriale è un investimento. E' per sempre.
Una sfilata quando?
Ad essere sincero non mi interessa. Il mio party alla fine è come se fosse un evento-sfilata. Il 60-70 per cento degli uomini invitati sono miei clienti.
C'è un altro Martorana in giro?
Ci sono delle persone che mi piacciono, che hanno tanta voglia di fare, non è tanto la capacità di fare un bell'abito ma la voglia di lavorare che è difficile da trovare.
Il sogno?
Diventare un brand di lusso internazionale. Ma non ho fretta, lavoro e basta.