"Se mio figlio è morto, è perché Dio l'ha chiamato. La colpa non è mia: ho semplicemente fatto quello che Lui, attraverso la Bibbia, mi chiede per essere un buon cristiano. L'ho visto in sogno e mi ha chiesto di farlo". A parlare, in un'intervista al Resto del Carlino, è il padre del piccolo di cinque mesi di origini ghanesi morto sabato notte all'ospedale Sant'Orsola di Bologna in seguito a una circoncisione fatta in casa da parte dei genitori, a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Intanto spunta un caso analogo: riguarda la morte di un altro bambino di pochi mesi - stessa nazionalità, stessa causa - avvenuta nel novembre dello scorso anno. Nel registro degli indagati figura una sorta di santone, anche lui ghanese, che vive nella provincia di Modena. L’uomo si è reso irreperibile. E' ricercato in tutta la regione.
"Ai miei due figli più grandi ho fatto la stessa operazione: una quando ero in Ghana, e l'altra a Scandiano, proprio come in questo ultimo caso. Ho pregato, proprio come avevo fatto nelle due precedenti operazioni. Ma non ho capito cosa ci sia stato di sbagliato questa volta", ha poi aggiunto il padre del piccolo, un operaio di 40 anni.
L'uomo avrebbe anche riferito di essersi rivolto in prima istanza all'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, appena dopo la nascita, chiedendo ai sanitari di occuparsi della circoncisione. "I medici a Reggio hanno detto che l'intervento era possibile solo per motivi di salute, non religiosi. Si sono rifiutati. I soldi erano l'ultimo dei problemi. Così me ne sono occupato da solo", ha concluso.
L'operazione sarebbe stata eseguita lo scorso venerdì mattina. Il bimbo è poi morto dopo sette ore di agonia. I due genitori ora sono stati iscritti sul registro degli indagati da parte del sostituto procuratore Isabella Chiesi, di Reggio Emilia, per il reato di omicidio colposo. Sul corpo del bimbo è stata disposta l'autopsia.