giustizia per le vittime

Terrorismo, Cesare Battisti ha ammesso al pm i quattro omicidi: "Ho fatto del male, chiedo scusa"

Ciò "fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell'ordine e alla magistratura di Milano", ha detto il procuratore Francesco Greco

© ansa

Cesare Battisti, il terrorista dei Pac arrestato a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza, ha ammesso per la prima volta, davanti al pm di Milano, Alberto Nobili, di essere responsabile dei 4 omicidi per cui è stato condannato. L'ammissione di Battisti "fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni", ha affermato il procuratore di Milano, Francesco Greco.

L'ammissione del terrorista per anni latitante prima in Francia e poi in Sudamerica "rende onore alle forze dell'ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni '70 in modo efferato", ha aggiunto Greco.

Battisti al pm: "Sentenze sui Pac sono verità" - Tutto quello che è stato ricostruito nelle sentenze definitive sui Pac, "i 4 omicidi, i 3 ferimenti e una marea di rapine e furti per autofinanziamento, corrisponde al vero". Così il pm di Milano Alberto Nobili, ha riassunto le ammissioni fatte da Battisti che ha anche spiegato: "Io parlo delle mie responsabilità, non farò i nomi di nessuno". Per Nobili si tratta di "un "riconoscimento importantissimo al lavoro dei magistrati, una sorta di 'onore delle armi' per chi lo ha inquisito".

Battisti: "Ho fatto del male, chiedo scusa" - "Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari" delle vittime, ha detto il terrorista.

I quattro omicidi - Battisti è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell'agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978. Battisti si era finora sempre dichiarato innocente.

Salvini: "Chieda scusa chi l'ha coperto" - Battisti "a distanza di qualche decennio ha chiesto scusa. Mi aspetto chiedano scusa quegli pseudointellettuali di sinistra che hanno coperto e difeso questo squallido personaggio". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha commentato la confessione di Battisti. "Chiedere scusa - ha aggiunto - è meglio tardi che mai".

Il figlio di una delle vittime: "La confessione è un passo avanti" - L'ammissione da parte di Cesare Battisti degli omicidi commessi "è un passo avanti, una conferma della sua colpa". A parlare è Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio di Santa Maria di Sala ucciso dai Pac il 16 febbraio 1979. "Spero che non ammetta gli omicidi per altri motivi - ha affermato - magari per ottenere una indulgenza dai giudici che non merita".

Il fratello dell'agente ucciso Campagna: "Chiedano scusa Lula ed altri" - "Dopo quarant'anni e dal carcere le scuse sono fuori luogo. Forse sono altri che dovrebbero chiedere scusa, come Lula e gli altri che lo hanno protetto, quelli che hanno creduto a una persona come Battisti". Lo ha detto Maurizio Campagna, fratello di Andrea, poliziotto ucciso dal terrorista dei Pac. "Finora tutti a parte lui hanno parlato - ha aggiunto - quindi quello che manca è la sua versione, manca che dica magari qualcosa che gli altri non hanno detto per aiutare la giustizia e la verità storica".

Il nipote di un poliziotto ucciso dalle Br: "Scuse? Ci prende in giro" - "Come possiamo accettare le scuse di un uomo che ci parla di 'guerra giusta' per legittimare quello che ha commesso? Sembra quasi ci voglia prendere in giro! Dobbiamo anche essergli grati a questo punto per la sua compassione per il nostro dolore?". Sono le domande che si pone Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, il brigadiere ucciso nel 1977 da Prima Linea. "Battisti - ha proseguito - è solo un delinquente assassino che continua a rifiutarsi di fare nomi ed a contribuire alla ricostruzione della verità storica di quei terribili anni".