Lasciare un lavoro importante per dedicarsi al marito e ai figli: una rinuncia? No, una scelta consapevole e una nuova straordinaria opportunità. La storia di Alessandra Ferrario, avvocato esperta di diritto di famiglia, e della sua avventura imprenditoriale e umana tra Milano, Parigi e Barcellona.
Alessandra, buongiorno. Mi pare che possiamo chiacchierare meglio al mattino, non è così?
Sì, è vero. Con tre bambini a cui dar retta, ho qualche “ora di libertà” solo quando sono tutti e tre a scuola. Al mattino posso lavorare e cercare di organizzare le giornate, che sono sempre molto piene e dense di impegni e attività.
So che hai studiato legge, ti interessavano le relazioni familiari…
In effetti dopo il liceo sono stata molto in dubbio se iscrivermi a psicologia, legge o scienze della comunicazione. Poi ha prevalso la parte più "bacchettona" di me e sono finita a studiare mattoni incredibili! Ma quando ho potuto scegliere l'ambito in cui lavorare, non ho avuto dubbi: essere avvocato di diritto famiglia mi consentiva di fare un bagno di umanità tutti i giorni. Raccogliere gli sfoghi delle persone, toccare con mano la sofferenza, assistere a profonde ingiustizie nei confronti dei bambini e poter dare un aiuto concreto e pratico nella risoluzione dei problemi. Tutto questo mi piaceva: non era affatto leggero, ma mi piaceva.
E poi cosa è cambiato nella tua vita?
Quando è nata la mia prima bambina mi è venuta una voglia incredibile di fare la mamma a tempo pieno per godermela il più possibile. Mio marito nel frattempo stava frequentando un Master con l'obiettivo di fare un salto in avanti nella sua carriera, obiettivo che io condividevo totalmente. La combinazione delle due cose ha fatto in modo che quando un giorno è tornato a casa comunicandomi di aver ricevuto una allettante proposta di lavoro in una importante azienda veneta, la mia risposta è stata immediata: "Partiamo!" Nel frattempo era nata anche la nostra seconda figlia e ci siamo trasferiti in una amena località nel bellunese quando la piccola aveva solo tre mesi. Non ti nego che non è stato sempre facile: abituarmi alla vita di un piccolo centro non mi riusciva, non era nelle mie corde, tuttavia l’entusiasmo era alle stelle ed era unito alla consapevolezza che quella sarebbe stata solo la prima tappa di un'avventura più grande. E di fatto è andata proprio così perché, dopo un anno e mezzo, la stessa azienda ci ha fatto trasferire a Parigi.
Parigi, la famiglia, i figli. Non deve essere stato facile.
Al contrario, è stato facilissimo! Parigi è una città a misura di famiglia, bellissima, organizzata, piena di parchi, piena di gente interessante e soprattutto piena di espatriati. In pochi mesi abbiamo creato un giro di amicizie perfino più nutrito di quello di Milano, la nostra città. La cosa bella di quando sei espatriato è che si crea un forte senso di appartenenza e di famiglia con tutti coloro che, come te, stanno vivendo un'avventura lontano da casa. Sono stati anni appassionanti e pieni di stimoli, per noi e per i nostri figli: già, dimenticavo che nel frattempo proprio a Parigi è nato il terzo! Partire è stato doloroso, lo ammetto.
Come nasce il tuo progetto?
AMA nasce proprio da quell'entusiasmo e da quello spirito di coesione cui facevo riferimento. La vita è incredibile: io e Federica ci siamo ritrovate a Parigi dopo essere cresciute nello stesso quartiere milanese e aver frequentato le stesse scuole! Ci ha unito il fatto di avere la stessa idea: quella di scrivere un blog che parlasse alle mamme e ai papà desiderosi di spunti e idee su cosa fare con i loro bambini a Parigi. Nasce così “Andiamo Mamma” e con esso un periodo divertentissimo. Giravamo come matte per la città scovando luoghi adatti ai bambini per poi scriverne un post, macinavamo chilometri, conoscevamo gente, partecipavamo ad eventi e fiere, stringevamo partenariati e accrescevamo piano piano i nostri fedelissimi lettori. Nel frattempo alla scuola italiana di Parigi dove andavano le mie bambine ho conosciuto Francesca, mamma padovana di tre bambini, super creativa ed innamorata della Ville Lumière proprio come noi. Il feeling è stato immediato.
© ufficio-stampa
A questo punto vi siete fermate?
Tutt’altro: un anno dopo, abbiamo deciso di fare il salto e di passare dal blog ad una vera e propria agenzia di servizi alle famiglie italiane che espatriano. Si chiama Ama proprio perché in origine nasce come l'Agenzia di "Andiamo Mamma". Volevamo proporre un servizio che rassicurasse in risposta al sentimento di disorientamento che si prova quando si ha la consapevolezza di doversi trasferire in una nuova città e che, dopo il trasloco, lascia spazio alla solitudine e la confusione dei primi tempi. Abbiamo voluto creare il servizio che avremmo voluto avere quando ci siamo passate noi stesse.
In cosa consiste esattamente la vostra attività?
Aiutiamo le mamme e i papà a trovare la casa e le scuole, ma anche a orientarsi in tutte quelle altre incombenze che una famiglia che si trasferisce deve affrontare: la scelta dei pediatri, delle attività extra scolastiche, delle babysitter, degli aiuti domestici, l'iscrizione ai Caf, all'Aire e chi più ne ha più ne metta. Inizialmente offrivamo questo servizio solo su Parigi poi, dopo il rientro in Italia mio e di Federica, abbiamo deciso di allargare il campo d'azione a Barcellona e presto ad altre città europee e non solo. Pensiamo che ci vorrebbero tante “mamme antenne” di AMA, italiane espatriate sparse per le principali città del mondo, le quali, forti della loro esperienza, siano in grado di accogliere ed accompagnare le famiglie in questa grande avventura del trasferimento.
Chi sono le donne che ti cercano?
Generalmente sono madri di famiglia, mogli che, come me qualche anno fa, hanno pronunciato al proprio partner la fatidica frase "Ok, ti seguo: partiamo!". E poi accade, ahimè ancora troppo raramente, che siano le donne ad aver avuto l'opportunità lavorativa all'estero e allora... sono i mariti a chiamarci!
In poche parole, come ti definiresti?
La mia socia Federica, scherzando durante le trasferte di lavoro, mi chiama “Highlander” perché dice che non mi fermo mai. In effetti ho una bella energia: sono una persona entusiasta e intraprendente. Ottimista sul futuro ma parecchio nostalgica del passato. Leggermente ipocondriaca e un po' bacchettona (non dimentichiamoci che sono un avvocato!) e cambierei città ogni due anni. Sono innamorata della vita e soprattutto dei miei compagni di viaggio.
Un suggerimento per le mamme che si trasferiscono all’estero?
Partire pensando che quello che si lascia e che oggi magari ci sembra bellissimo non necessariamente è il massimo che possiamo avere: realtà estremamente belle e inaspettate ci attendono, basta partire con l'animo aperto e tanta curiosità. E direi loro anche di stare serene: i nostri figli si adatteranno ben prima di noi!
Cosa diresti alle donne che vogliono diventare imprenditrici?
Se si ha un'idea, non bisogna aspettare che sia definita in ogni minimo dettaglio prima di lanciarsi. Buttiamoci: solo strada facendo si tagliano i rami secchi, magari si cambia cento volte direzione fino ad arrivare al progetto che più convince. Ma intanto si sarà tastato il terreno e, credimi, non c'è niente di meglio.
Concludiamo in bellezza: sei una donna AMA se….
Se AMI la città in cui vivi. Se sei stata capace di chiamare "casa" un luogo che fino a poco tempo prima ti era estraneo. Se sogni in un'altra lingua. Se credi nel valore aggiunto che queste esperienze porteranno a te e ai tuoi figli. Se ti piace fare rete e condividere un progetto con altre donne. Se ti senti italiana anche se abiti dall'altra parte del mondo.