E' ancorata a un miglio e mezzo da Lampedusa la nave "Mare Jonio", battente bandiera italiana, del progetto Mediterranea, che lunedì ha soccorso 49 migranti, tra cui 12 minori, davanti alle coste libiche. L'imbarcazione, che non ha l'autorizzazione allo sbarco, è circondata da tre motovedette. Mediterranea aveva chiesto alle autorità italiane un "porto sicuro", prima di fare rotta verso Lampedusa. Salvini: "Non metteranno piede in Italia".
Un migrante trasferito in ambulatorio a Lampedusa - Un migrante che era a bordo della nave Mare Jonio è stato fatto scendere e accompagnato nell'ambulatorio di Lampedusa: avrebbe sintomi di una polmonite. E' quanto ha riferito Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, aggiungendo che è stato attivato il Medevac durante il controllo della guardia di finanza a bordo della nave.
Clima di grande tensione a bordo della nave - Secondo quanto riferito da un giornalista di La Repubblica, che si trova a bordo della nave di Mediterranea, la guardia di finanza avrebbe vietato via radio l'ingresso nelle acque territoriali, anche sulla base di una direttiva del Viminale. Per il ministro dell'Interno Salvini, infatti, "i porti erano e rimangono chiusi". Il comandante della Mare Jonio avrebbe quindi trasgredito a quest'ordine impartito dalle fiamme gialle. La guardia costiera successivamente avrebbe autorizzato un punto di fonda a circa un miglio e mezzo dalla costa. A bordo della nave, sempre secondo la testimonianza del cronista, vi sarebbe un clima di grande tensione. I naufraghi, soccorsi su un gommone alla deriva, sarebbero spossati dalla traversata con mare Forza 7.
Il pm di Agrigento vaglia le comunicazioni radio - La Procura di Agrigento sta vagliando le comunicazioni, fatte via radio, fra il comandante della nave Ong e la guardia di finanza che ha intimato l'alt chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa. Al momento non è stato aperto alcun fascicolo di inchiesta.
Ispezione Gdf a bordo della nave: "Tutto in regola" - La guardia di finanza è salita a bordo della nave Mare Jonio per svolgere un'ispezione relativa alla documentazione di bordo. "L'ispezione della Gdf si è conclusa con un verbale in cui è scritto che non c'è nulla da segnalare se non che le persone a bordo sono provate", ha spiegato la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba.
Mediterranea: "Per noi valgono i diritti, non le direttive" - "Per noi la direttiva del ministro Salvini non ha molto valore. Per noi esistono i diritti delle persone, il diritto internazionale, i diritti umani, le convenzioni internazionali", ha aggiunto la portavoce di Mediterranea. "Abbiamo chiesto un porto sicuro - ha detto -. Siamo italiani su una nave italiana che ha salvato delle persone che erano in pericolo di vita in mare. Attendiamo con fiducia di poter entrare in porto".
Mediterranea #SavingHumans ha soccorso, a 42 miglia dalle coste libiche, 49 persone che si trovavano a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua. (Foto: Francesco Malingri) pic.twitter.com/WMQkQKvSk3
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) 18 marzo 2019
Sindaco di Lampedusa: "Migranti vanno fatti sbarcare" - "La nave Mare Jonio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati". Lo ha dichiarato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. "Mi chiedo però - ha aggiunto il sindaco - perché il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza". "Chi non rispetta le regole e arriva come vuole - ha concluso - viene fatto entrare, chi rispetta le regole viene bloccato. A Lampedusa gli sbarchi non sono mai finiti. Arrivano nel silenzio. Piccole barche con motori fuori bordo con una ventina di persone alla volta. Ma Lampedusa non viene mai nominata...".
Salvini: "Il Viminale non indica il porto di sbarco" - Il Viminale "non indica nessun porto" di sbarco per la nave, "non sbarcheranno in Italia". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini a SkyNews24. "Io dico di no: se qualcun altro fa altre scelte lo vedremo, ma siccome la responsabilità è mia, curando, soccorrendo, dando da bere e da mangiare, perché ogni vita è sacra, però gli italiani per fessi non ci passano: questo è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Per Salvini, "si tutela la buona salute di tutti, ma uno sbarco sarebbe un precedente pericoloso: rischieremmo di alimentare il business che per gli scafisti rendeva più del traffico di droga". Secondo Salvini, "chi favoreggia l'immigrazione clandestina ha sulla coscienza il rischio di ritrasformare il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto".
Di Maio: "Non sarà un nuovo caso Diciotti" - "Il governo è già al lavoro in queste ore. Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa Ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole". Così il vicepremier Luigi Di Maio a "Radio anch'io".