Omicidio dei Murazzi, 600 lettere per trovare l'assassino di Stefano Leo
Il patrigno del 34enne sgozzato a Torino il 23 febbraio chiede aiuto ai residenti della zona dell'omicidio
Seicento lettere per chiedere aiuto ai residenti dei palazzi sul Lungo Po Machiavelli a Torino. Le ha imbucate una per una il patrigno di Stefano Leo, il giovane ucciso per una coltellata alla gola ai Murazzi sul Po la mattina del 23 febbraio. "Vi prego con tutto il cuore - ha scritto Alberto Ferraris, compagno della madre del 34enne morto - che uno di voi, che vivete proprio qui, abbia un sussulto, un ricordo, un'associazione di idee, una sensazione di anomalia e sia in grado di indicare un giorno sospetto, un momento specifico su cui indagare, facendo una semplice segnalazione al 112". La caccia al killer continua, anche con il porta a porta.
"Gli inquirenti sono arrivati alla conclusione - si legge ancora nella lunga lettera - che indipendentemente dal movente che è tuttora oscuro (non escludono addirittura che ci sia stato uno scambio di persona), l'assassino si sia comportato in modo calcolato, probabilmente meditato. Se si è comportato in modo calcolato, premeditato deve aver fatto necessariamente uno o più sopralluoghi del posto".
Da qui l’appello a chi nei giorni precedenti all'omicidio possa aver visto qualcosa. "Credo che in questo momento delle indagini sia importantissimo - è la conclusione - dare qualche indicazione riguardo a comportamenti sospetti di qualcuno nelle due settimane prima del 23 febbraio. Sarebbe importante concentrare le analisi in certi momenti precisi".
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