Sono crudeli come gli adulti. Sparano, bullizzano e schiavizzano. Le baby gang sono un fenomeno in crescita e spesso il contesto sociale non c'entra perché nascono in ambienti cosiddetti più protetti come anche in zone molto difficili e degradate delle città. Rispetto a una decina di anni fa, secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia e dal Ministero dell'Interno pubblicati sul quotidiano La Stampa, sono aumentate, e di molto, le denunce nei confronti di minori: nel 2007 erano 14.744, nel 2018 sono state invece 21.268.
Nel 2019 il dato è già in crescita rispetto ai primi mesi di un anno fa. Aumentano i minori anche nelle comunità di recupero e ci sono più detenuti nelle 17 carceri per giovanissimi. Furto, spaccio di stupefacenti, lesioni volontarie, i reati più comuni. Si contano anche più omicidi: si è passati dal 3% del 2015 al 3,64% del 2017. E’ Bologna la capitale delle baby gang e sono 2239 i minori affidati ai servizi sociali. Seguono Roma, Catania, Palermo e Napoli.
Non c'è praticamente differenza tra italiani e stranieri, ma questi ultimi commettono reati più efferati. Per cercare di arginare il fenomeno, la proposta di un deputato leghista, Gianluca Cantalamessa, è quella di abbassare la punibilità da 14 a 12 anni. Una follia per Cristina Maggia, presidente del tribunale minorile di Brescia: "Funziona il percorso opposto”, spiega, “non repressivo, che si basa sulla responsabilizzazione dei ragazzi".