Mentre l'analisi costi-benefici della Tav redatta per il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, boccia l'opera, c'è un'altra relazione, depositata alla Commissione Europea, che la promuoveva. Quella relazione è firmata da tecnici che lavorano per la Trt Trasporti e Territorio, società presieduta da Marco Guido Ponti, capo del team di esperti che ha prodotto il documento commissionato dal governo. Ecco, in esclusiva, il documento integrale.
L'aumento del lavoro tra gli impatti stimati - Nel documento si dice, tra le altre cose, che la messa a punto, la realizzazione e attuazione dell'intera rete entro il 2030 è stata stimata per generare una serie di impatti tra cui: l'assunzione di 800mila cittadini europei nel 2030 e la generazione, tra il 2017 e il 2010, di 7,5 milioni di posti di lavoro. Entrambi gli aspetti sono poi collegati a un più ampio beneficio economico dato dal miglioramento della connettività.
L'aumento del Pil - Inoltre la rete di trasporto trans-europea avrebbe impatti anche sul Pil. E in particolare entro il 2030 porterebbe a un aumento del Pil dell'1,6% che senza l'investimento non si genererebbe.
Il risparmio di emissioni - Si verificherebbe, con il completamento dell'opera, un risparmio di 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica tra il 2017 e il 2030. Questo porterebbe poi a notevoli rispamri aggiuntivi che saranno resi possibili da ulteriori infrastrutture alternative per il combistibile (elettricità, gas naturale, idrogeno) e il loro utilizzo da parte di veicoli più puliti.
Ma il Mit smentisce: "Ponti non conosce lo studio Ue" - Dal ministero dei Trasporti, però, fonti rivelano che il documento non è stato firmato e non è a conoscenza di Ponti: "Lo studio riservato sul Corridoio Mediterraneo, commissionato dalla Ue, ha visto una partecipazione solo marginale della società 'Trt trasporti e territorio', presieduta dal professor Marco Ponti". Il professore, si sottolinea, "non solo non ha firmato la ricerca, ma non ne conosce in alcun modo i contenuti".