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Days Gone, zombi e motociclette nella nuova esclusiva PS4 dai creatori di Syphon Filter

Abbiamo provato la nuova esclusiva open-world di Sony Bend Studio, che ci porta in un Oregon devastato dai non-morti

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A distanza di anni dal suo annuncio, Days Gone è ormai pronto al lancio ufficiale: con questo nuovo progetto per PS4, Sony Bend Studio si è posto l'obiettivo di creare un open world che unisse le meccaniche delle esperienze cosiddette survival e un comparto narrativo imponente, degno delle migliori produzioni esclusive del marchio PlayStation. Il team di sviluppo, già noto per la storica saga di Syphon Filter e autore della versione PS Vita di Uncharted, ha puntato su un nuovo franchise ambientato nell'Oregon, a pochi passi dalla sede dell'azienda, con lo scopo di creare uno scenario da cartolina infestato dagli zombi.

Noi di Tgcom24 e Mastergame abbiamo avuto l'opportunità di provare per tre ore la nuova esclusiva PS4, che sarà disponibile dal 26 aprile sul mercato italiano. Dopo aver testato la prima porzione della campagna ed esplorato il mondo di gioco, ci siamo fatti un'idea più chiara del pretesto narrativo che ci metterà nei panni di Deacon St. John, un motociclista e cacciatore di taglie che tenterà di affogare il dolore per la perdita di una persona amata sopravvivendo alle orde di non-morti che hanno invaso il pianeta.

Un’epidemia ha infatti trasformato la maggior parte delle persone e animali in bestie fameliche, e i pochi umani rimasti cercano di sopravvivere in accampamenti in cui vigono regole ferree. Deacon è un reietto, e insieme al suo compagno di scorribande Boozer, cerca di vivere alla giornata completando commissioni e limitando al minimo i contatti con gli altri. Un uomo dalla personalità complessa, su cui grava un trauma che si fa notare in un continuo contrasto tra le scene nel presente e quelle nel passato, che portano il giocatore ad approfondire la vita prima dell'epidemia e il rapporto tra il protagonista e la donna amata.

Nel nostro test, abbiamo potuto approfondire come funziona il gameplay di Days Gone, che parte dalla struttura tipica degli sparatutto in terza persona per consentire ai giocatori di esplorare a piacimento l'open-world a bordo della moto di Deacon. La presenza di elementi survival fa sì che il giocatore debba prestare attenzione al carburante e allo stato d'usura della moto, e anche al numero di risorse e proiettili in possesso, prima di avventurarsi tra le strade dell'Oregon. Se vogliamo, Days Gone può essere visto come un punto d'incontro tra il comparto narrativo di The Last of Us e la libertà di Far Cry, ma senza obbligare il giocatore a completare attività potenzialmente tediose come gli avamposti della saga di Ubisoft. Da buon survival, la produzione di Bend Studio si basa su un sistema di crafting che consente di creare kit medici, frecce e colpi per la pistola, molotov, silenziatori improvvisati e persino pezzi di ricambio per la moto. Completando taglie e missioni secondarie per i personaggi che popolano i rifugi improvvisati, potrete ottenere punti esperienza con i quali migliorare le proprie abilità, o ancora crediti per acquistare nuovi oggetti e potenziare la moto. Tutto ciò dona molta profondità a un sistema di gioco che si preannuncia ricco di variabili.

Già, perché sebbene a livello di difficoltà Days Gone non sia eccessivamente impegnativo, la generazione procedurale fa sì che ogni missione sia sempre imprevedibile. Il clima è infatti dinamico, così come il ciclo notte/giorno: la somma di questi due elementi rende molto complesso stabilire un approccio nel combattimento, lasciando al giocatore il compito di stabilire se favorire la furtività, nascondendosi nei cespugli e usando armi più silenziose, o se andare all'assalto sfruttando esplosivi e armi da fuoco per scatenare il caos. Gli zombi, presi singolarmente, sono abbastanza gestibili e non brillano per acume tattico, ma diventano molto pericolosi in gruppo: considerando che un singolo scenario può ospitare fino a 500 non-morti simultaneamente, è chiaro che affrontarli tutti diventa il più delle volte infattibile.

Da un punto di vista grafico, il gioco offre scenari molto intriganti, con un'architettura dell'open-world in grado di estendersi attraverso paesini sperduti, stradine di montagna e laghi che omaggiano le ambientazioni nord occidentali degli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante le ottime premesse, c'è ancora qualcosa che non convince appieno nella nuova esclusiva PS4: l'intelligenza artiiciale dei Furiosi (il nome degli zombi di Days Gone) necessita di qualche accorgimento per incrementare la tensione, mentre la routine che gestisce il comportamento e le tattiche dei nemici umani è fin troppo semplicistico e raramente è sembrato in grado di impensierire il giocatore. Tutto sommato, però, non si tratta di elementi che vanno a gravare eccessivamente sulla formula di gioco, che al contrario si fa apprezzare grazie a un mix riuscitissimo di tanti elementi.

A fare la differenza tra un capolavoro o un'avventura come ce ne sono tante ci pensarà certamente il comparto narrativo: con una storia memorabile, potremmo trovarci di fronte all'ennesima perla prodotta da Sony in esclusiva per la sua PS4. Da ciò che abbiamo avuto modo di vedere, dopo le impressioni non proprio positive dell'ultima apparizione ufficiale di Days Gone, non facciamo fatica a credere che Bend Studio abbia intrapreso il percorso giusto.

 

 

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