Il genitori dell'ex premier Matteo Renzi restano agli arresti domiciliari: il gip di Firenze, Angela Santechi, ha infatti confermato il provvedimento per Tiziano Renzi e Laura Bovoli. La decisione è stata presa dopo l'interrogatorio di garanzia dei due, accusati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. "Non abbiamo commesso i fatti per i quali siamo privati della libertà", ha affermato Tiziano Renzi su Facebook dopo la decisione del gip.
"Ci difendiamo in tribunale, certo. Ma se dobbiamo essere massacrati ogni giorno sui media, ci difenderemo anche qui", ha poi aggiunto sul social network. Già martedì la Procura di Firenze aveva dato un parere negativo alla revoca per gli arresti domiciliari presentata dal legale a causa del rischio di reiterazione del reato.
"Mai stati amministratori di fatto" - "La nostra azienda di famiglia non ha mai avuto nessun problema con bancarotte o false fatture o lavori in nero. Mai. Chi dice il contrario mente e ne rispondera' civilmente e penalmente", ha puntualizzato Tiziano Renzi. "Le accuse riguardano altre realtà, cooperative, alcune delle quali hanno fatto o rischiano di fare bancarotta. L'accusa ritiene che queste cooperative fossero guidate dall'esterno da noi. Falso, noi ci siamo sempre preoccupati che chi lavorava con noi facesse un buon servizio ma non siamo mai stati gli amministratori di queste cooperative, nemmeno amministratori di fatto. Ciò che abbiamo amministrato noi non è mai fallito, mai".
Il gip: "Gravi indizi non messi in discussione" - La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza non risulta messa in discussione "dalle dichiarazioni degli indagati", ha detto il gip Angela Fantechi, secondo cui negli interrogatori gli indagati "si sono limitati ad affermare la falsità delle dichiarazioni rese dalle fonti dichiarative e di alcuni dati documentali e poi a minimizzare il valore indiziario di elementi obiettivi" come i contenuti delle mail. Le loro dichiarazioni "non offrono una diversa ricostruzione dei fatti" oppure "la offrono solo se si ipotizza 'una specie di complotto' che ha determinato la costituzione di un compendio indiziario falso".
Le accuse della Procura - In sostanza, ai genitori dell'ex premier vengono contestate fatture false e gonfiate per circa 250mila euro. Ad emetterle sarebbe stata la "Marmodiv", una delle cooperative coinvolte nell'inchiesta. La "Marmodiv", per la quale è stato chiesto il fallimento a ottobre, sempre secondo l'accusa, sarebbe stata utilizzata per "alleggerire" degli oneri previdenziali e fiscali la società della famiglia Renzi, la "Eventi6". Secondo i pm inoltre la "Marmodiv", che distribuisce materiale pubblicitario della "Eventi6", "con il consenso del committente, ha sistematicamente destinato, fin dall'origine, al macero una parte del materiale pubblicitario affidatole per la distribuzione".
Sempre secondo l'accusa, i coniugi Renzi sarebbero gli amministratori di fatto di questa cooperativa, come lo sarebbero stati di altre due cooperative già fallite: la "Delivery Service" e la "Europe Service". La prima venne costituita nell'aprile 2009 da 10 soci, sei dei quali residenti a Rignano sull'Arno (Firenze). La Delivery venne poi abbandonata e fatta fallire. Da lì è partita l'inchiesta che ha portato alle misure cautelari. Stesso destino ha avuto la "Europe Service" e la stessa fine sarebbe toccata alla "Marmovid".
L'ex premier: "Assoluta fiducia nei magistrati" - "Non avrete mai da parte mia una parola contro la magistratura e lo dico, da figlio perché non sono un robot. Soffro per la vicenda dei miei genitori, vivo la dimensione umana con grande amarezza e stupore, mi sembra tutto assurdo". E' il commento dell'ex premier Matteo Renzi. "Noi siamo per il rispetto della giustizia sempre. Noi non abbiamo la piattaforma privata che salva Salvini dal processo in nome di un voto di scambio non si sa bene su cosa. Noi chiediamo il processo subito, però chiediamo che sia fatta giustizia".