"Poiché oggi nelle forze armate sono presenti anche le donne, gli atti di prevaricazione e di violenza che costituiscono il 'nonnismo' spesso si connettono e si associano con una finalità di carattere sessuale". Lo ha detto il procuratore generale militare, Marco De Paolis, aggiungendo che "tale circostanza, nuova per le forze armate e quindi anche per il diritto penale militare, evidenzia l'urgente necessità per il legislatore di intervenire".
Secondo il presidente della Corte d’appello militare, Giuseppe Mazzi, gli atti di nonnismo sono ridotti mentre diventano sempre più frequenti “i fatti di diffamazione, ingiuria e violenza legati ai rapporti uomo-donna”. Le vittime di questi episodi, raramente però procedono con una querela.
Nella legge penale militare, inoltre, non ci sono norme che fanno riferimento a fatti di violenza o molestie sessuali, “visto che l’attuale codice penale militare risale al 1941 – spiega Mazzi – epoca in cui la donna non prestava servizio nelle forze armate”.