Per sbloccare l'impasse del governo sulla Tav, scende in campo il premier Conte. "L'opera non si può bloccare: mi occuperò io della revisione", ha detto il presidente del Consiglio ai due vicepremier Di Maio e Salvini. E la Lega vorrebbe dare vita alla cosiddetta "mini Tav", con una riduzione dei costi, o indire con un referendum regionale per i cittadini del Piemonte per spingere a una scelta il M5s, diviso tra gli intransigenti e possibilisti. Intanto, proprio sul tavolo del presidente del Consiglio sarebbe arrivata una mini-analisi costi/benefici a integrazione del primo documento: le perdite italiane si sarebbero ridotte da 7 a 3,5 miliardi di euro.
La relazione solo sulla parte italiana dimezza le perdite Ai redattori del primo documento su costi/benefici dell'opera, Marco Ponti e Francesco Ramella sarebbe stata commissionata un'integrazione, chiedendo di calcolare le sole perdite sulla parte italiana della Tav. E sul tavolo del premier sarebbe arrivata questa mini-analisi che ricalcolerebbe a 3,5 miliardi di euro, invece che agli iniziali 7, il saldo negativo per l'Italia. Una pillola amara che comunque potrebbe far meglio digerire il sì del governo giallo-verde all'avanzamento dei lavori.
Nel supplemento alla prima analisi, infatti, sarebbero state scorporate dal conteggio iniziale le spese che dovranno sostenere francesi e Ue. Così, con questi nuovi numeri in mano, il presidente del Consiglio incontrerà Emmanuel Macron per ritrovare l'intesa perduta. Inoltre, questa exit strategy dell'ultim'ora salverebbe i 300 milioni di finanziamento dell'Unione europea e sbloccherebbe i bandi di Telv, la società pubblica italo-francese che sovrintende la costruzione della Torino-Lione, sospesi dal ministro alle Infrastrutture Toninelli.
Toninelli: "Risultato analisi resta negativo, il M5s contraio a Tav". "L'ulteriore supplemento della analisi costi benefici sul Tav Torino-Lione, che riguarda solo la parte italiana del tunnel di base e la tratta nazionale, è stato prodotto dal gruppo di lavoro del professor Ponti su uno specifico input giunto non dalla Presidenza del Consiglio", precisa una nota del ministero, che aggiunge "Il risultato è comunque molto negativo - circa -2,5 miliardi nello scenario realistico". Quindi, ribadisce la contrarietà all'opera da parte del M5s
I numeri Ora diventano determinanti le valutazioni sulle penali e sui rimborsi, come ha sottolineato Ramella nel supplemento d'indagine. Proprio per quanto riguarda le penali l'Avvocatura dello Stato avrebbe parlato di 1,7 miliardi di euro; ai quali aggiungere i costi di adeguamento del Frejus per 1,5 e di chiusura dei cantieri per 400 milioni. Il tutto per un totale di 3,6 miliardi.
Terminare la Torino-Lione all'Italia costerebbe ancora 4,7 miliardi, tre per la tratta internazionale (5,7, invece, sono a carico di Francia e Ue) e 1,7 per la tratta piemontese che comprende una galleria di 16 chilometri e la stazione di Susa. Nell'ipotesi "mini-Tav", suggerita dalla Lega, e cioè congelando l'adeguamento della tratta italiana, si scenderebbe a 3.
I nuovi calcoli rispetto all'incremento di passeggeri e merci, come anticipa La Stampa, "porterebbero i benefici da 2,5 a 1,5 miliardi e il vantaggio sulle esternalità (inquinamento atmosferico e acustico, cambiamenti climatici, incidentalità) scenderebbe di poco sotto il miliardo, mentre la riduzione della congestione sulle strade garantirebbe all'Italia mezzo miliardo".
Ma, nel tirare le somme, non è finita. "Tra i costi resterebbero - continua La Stampa - i 4,6 miliardi di minori introiti per lo Stato dai mancati pedaggi autostradali e dalle accise sulla benzina".
In arrivo una consultazione in Piemonte Potrebbe cadere il 26 maggio in Piemonte, con le europee e le regionali, la consultazione sull'alta velocità. A chiederla la Lega, ma anche Sergio Chiamparino, il governatore piemontese. In base all'articolo 86 dello statuto regionale della Regione Piemonte, però, si svolgerà un referendum-bonsai solo per singole categorie di cittadini.