BENE, MA...

Tav e Autonomia, resta alta la tensione all'interno della maggioranza

Restano distanti le posizioni di M5s e Lega: a rendere più tesi i membri del governo anche i giudizi sullo stato dell'economia italiana

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Se la cena tra Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini è stata sufficiente per rinnovare il patto di governo, non è stata però capace di sciogliere i nodi che sembrano bloccare la coalizione giallo-verde. Tav e Autonomia restano infatti i temi caldi.

I timori per l'economia che rallenta - A destabilizzare la maggioranza anche i timori per l'economia che rallenta. A una settimana dal giudizio di Fitch sul rischio di elezioni anticipate e all'indomani della stroncatura dei conti da parte dell'Ue, arriva infatti una nuova doccia fredda da Moody's. L'agenzia di rating prevede una crescita "anemica", con un Pil su dello 0,4% ma con il rischio di una "crescita molto più debole". Pesa una "incertezza politica", afferma Moody's, che "crea significativi rischi al ribasso per l'economia".

Il piano del governo - "Una manovra correttiva è assolutamente esclusa: cambierà l'Ue, non i conti italiani", dichiara Salvini. Ma sono proprio i dossier economici a far aumentare il nervosismo tra M5s e Lega, che vedono avvicinarsi il voto per le Europee e, subito dopo, l'appuntamento con una Manovra bis o comunque una legge di bilancio pesantissima. In una chiacchierata che viene descritta come molto franca, su un punto Conte, Di Maio e Salvini avrebbero concordato: non si può rinviare su tutto. E così si prova ad accelerare sulla riforma del codice degli appalti e sul decreto Sblocca cantieri (il premier lo annuncia per la prossima settimana ma la discussione nel governo sarebbe ancora apertissima). 

L'impasse Tav - Se per il capitolo economico il governo sembra marciare compatto, continuano a essere fonte di pesanti malumori le posizioni ancora troppo distanti sulla Tav. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli invoca un vertice di governo e una decisione "entro la prossima settimana". Ma tra il No pentastellato (Beppe Grillo non sarebbe disposto a transigere e c'è chi, come il torinese Alberto Airola, minaccia di dimettersi) e il Sì leghista c'è ancora un abisso.

Accelerare come vorrebbe Salvini è assai difficile. FI e Pd lo sanno e aumentano il pressing sulla maggioranza. Conte fa sapere che sta studiando ancora il dossier. Ma intanto Toninelli apre all'avvio dei bandi: "Sarebbero solo una ricognizione per sei mesi". Farli partire, spiegano dal M5s, darebbe più tempo per prendere una decisione ed eviterebbe che, la domenica delle Europee, quando si voterà anche per le regionali in Piemonte, i piemontesi siano chiamati a votare alla consultazione annunciata da Chiamparino.

L'impasse sull'Autonomia - Ancora più tesi i nervi sull'Autonomia. Fonti pentastellate smorzano i toni, facendo sapere che il pressing pubblico di Salvini non sarebbe corrisposto, nella cena a Palazzo Chigi, a un'insistenza altrettanto forte. Ma anche qui, si registra nei toni grande distanza tra il "no allo Spacca Italia" di Di Maio e la richiesta di Salvini di pronunciarsi al più presto sul dossier che "sarà pronto" entro il fine settimana. Conte prova a smorzare i toni e rassicurare gli assai nervosi governatori del Nord: "C'è armonia nel governo" ma "bisogna interloquire col Parlamento" e "fare le cose per bene, non importa se prima o dopo le Europee".