due indagati per la morte della 22enne

Luana d'Orazio, formazione di sole 4 ore per manovrare l'orditoio che l'ha uccisa

Le falle nella sicurezza: saracinesca assente e fotocellule inattive. Intanto toccati i 42mila euro nella raccolta fondi lanciata dal Comune di Montemurlo (Prato) per la famiglia e il bimbo rimasto orfano

In attesa dell'autopsia e della perizia sui macchinari, che si svolgerà lunedì, giorno dei funerali di Luana d'Orazio, sono tante le incognite emerse nell'inchiesta sull'operaia di 22 anni morta sul lavoro. Gli inquirenti dovranno capire come mai la giovane fosse da sola a manovrare l'orditoio, che l'ha travolta e uccisa, nell'azienda di Montemurlo (Prato), dato che per quella mansione ci vogliono anni di esperienza e lei aveva solo 4 ore di formazione.

Luana non avrebbe dovuto manovrare l'orditoio in autonomia Secondo diversi esperti, infatti, prima di arrivare a comandare in autonomia il macchinario ci vuole molto tempo. E l'operaia lavorava in fabbrica da 2 anni. E' anche la tesi sostenuta dai consulenti legali della famiglia, che si chiedono come mai Luana non fosse seguita al momento della tragedia.

Le falle nella sicurezza L'altro interrogativo è quello sulle falle nella sicurezza. Mancava la saracinesca protettiva e un operaio non può rimuoverla facilmente: non basta infatti un cacciavite per smontarla. Altra incognita sono le fotocellule che intervengono nello spegnimento dell'orditoio quando i sensori percepiscono un corpo che si avvicina: erano inattive. Inoltre, come spiegano i tecnici, senza queste salvaguardie il macchinario non funziona.

Due indagati per la morte dell'operaia Sarà la magistratura di Prato a dover sciogliere i nodi irrisolti. Nel registro degli indagati per ora risultano iscritti la titolare dell'azienda e l'addetto alla manutenzione. L'ipotesi di reato per entrambi è omicidio colposo e rimozione e omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche.

Raccolta fondi per aiutare la famiglia: finora donazioni per 42mila euro Intanto sono arrivate donazioni per 42mila euro nella raccolta fondi lanciata dal comune di Montemurlo e da varie associazioni del territorio. Anche il Comune di Pistoia, nel cui territorio viveva la giovane, ha deciso di sostenerla e promuoverla. L'intento, si spiega, è quello di "sostenere con queste donazioni la famiglia e in particolare il bambino di 5 anni, rimasto orfano".