Anticipato dal singolo "Sono un uomo", esce l'1 marzo il primo album di Vladimir Luxuria, "Vladyland". Politica, personaggio tv e attrice, continua la sua multiforme carriera mettendosi in gioco nel segno del pop anni 80, con richiami a Renato Zero: "Mi piacciono le sfide. Questa proposta mi è arrivata da un produttore svizzero". A Tgcom24 ha raccontato: "Ho spesso cantato le canzoni di altri, ma questa è la prima volta che faccio me stessa".
Hai una carriera multiforme nel mondo dello spettacolo oltre a quella politica e hai già avuto delle esperienze musicali. Cosa ti ha spinto a fare un disco a tuo nome?
Sono proteiforme. Nella mia vita ho attraversato più generi e non solo sessuali. Accetto le sfide e anche gli inviti anche quando mi chiedono di confrontarmi o di entrare in mondi in cui non pensavo di entrarci. Mi spinge la curiosità: che possa essere la candidatura politica, o la fame su un'isola o scrivere un capitolo di un catalogo dedicato a Andy Warhol. Ora ho questa nuova esperienza canterina. Non è la prima volta che canto. Ho sempre cantato le canzoni di altri. Ho cantato nel film "Come tu mi vuoi", la canzone di Paolo Conte che dà il titolo. Ho cantato "L'illusione" nel disco di Giuny Russo "Unusual". Questa è la prima volta che faccio me stessa, quindi.
Come è nato questo nuovo progetto?
E' una proposta che mi è arrivata da un produttore svizzero. Cantavo una canzone in uno spettacolo a Bellinzona e da allora si è messo in testa che dovessi fare un disco. Ha trovato un autore che si chiama Gionata. Tutto è nato in Svizzera. Abbiamo registrato le canzoni tra Lugano e Milano e mixato a Londra.
Parlaci dei temi e dei testi di questo disco
Non li ho scritti io, ma Gionata. Quello più provocatorio è il singolo "Sono un uomo", dedicato a quella mascolinità più tossica. Quegli uomini che considerano le donne a pezzi, anatomici, come una macelleria, prediligendo non il filetto ma solo tette e culo. Quegli uomini che quando alcune donne esprimono un'opinione e dicono "Sarebbe meglio che tu apra le gambe e ti facessi pagare". Ogni riferimento a politici ed Emma Marrone è puramente voluto. Esiste ancora questa fauna, prigioniera di se stessa. Poi c'è una canzone sulla moda ("Vorrei essere la moda"), una dedicato a Venere ("Venus") e altre all'amore e alla follia.
© ufficio-stampa
Nel video di "Sono un uomo" è protagonista un giocattolo simbolo dello stereotipo del maschio. Come è venuta l'idea?
E' sempre merito di Gionata che fa questi video a casa. Non è un brano autobiografico. Per carità. Con il video prendiamo in giro un genere di maschio: così come certi uomini considerano la donna come una bambola, abbiamo ribaltato il concetto e abbiamo pensato di raffigurarlo come un bambolotto.
Come è stata la scelta delle sonorità? Che musica ti piace e con quale sei cresciuta?
Hanno fatto una buona scelta di sonorità. Quelle pop anni 80 mi appartengono, ma le ho anche vissute e amate. David Bowie è l'artista che mi ha sempre accompagnata ed "Heroes" è stato il primo 45 giri che ho comprato. Ho voluto fare un omaggio al Duca Bianco con una piccola citazione della sua "Fashion" in "Vorrei essere la moda". Poi amo molto anche i Depeche Mode e il brit pop. Restando in Italia sono sempre molto trasversale: mi piacevano i cantautori e parallelamente anche Patty Pravo, Mina e la Carrà.
Cosa hai intenzione di fare di questo disco? Ci saranno concerti?
Non lo so ancora al momento. Ma mi piacerebbe sicuramente l'esperienza dal vivo, nei club.