Autonomia, Matteo Salvini avverte Luigi Di Maio: "O si fa o blocco tutto"
L'aut aut nel vertice notturno con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepremier pentastellato, che però puntualizza: "Ok alla riforma ma non sia uno spacca-Italia"
"O l'Autonomia si fa o blocco tutto". E' l'aut aut di Matteo Salvini al suo alleato di governo Luigi Di Maio nel vertice notturno a Palazzo Chigi in cui i due vicepremier insieme al presidente del Consiglio hanno parlato di "codice degli appalti, semplificazione, sbloccare le opere pubbliche e i cantieri, corsia veloce all'Autonomia". Le divergenze nascono sui contenuti, per Di Maio infatti "la riforma sulle Regioni non deve essere uno spacca-Italia".
Per il ministro dell'Interno è arrivato il momento di accelerare e chiudere i dossier sul tavolo da troppo tempo. "Ho dato la mia parola e il governo non cade ma il M5s continui a lavorare", aveva detto mercoledì il leader della Lega. C'è un solo fattore - spiegano i leghisti a Montecitorio - in grado di far saltare il patto di governo tra Lega e M5s: il malcontento che sale dai territori. Ecco perché il vicepremier prova a imprimere un'accelerazione. Sulle Autonomie, incontrando i presidenti di Lombardia e Veneto si proverà ad accelerare le richieste delle regioni del Sud, ma senza bloccare l'iter già avanzato al Nord.
Il nodo Tav - Salvini prova a imprimere un'accelerazione anche sulla Tav, su cui il titolare del Viminale ha la sponda di Tria, ma non quella di Di Maio che è contrario. Il ministro dell'Economia sarà venerdì a Parigi per un bilaterale con il suo omologo Bruno Le Maire, al quale è difficile che possa portare una linea di governo. Ma a metà marzo la società Telt deciderà se sbloccare i bandi sulla Tav e per allora, concordano M5s e Lega, il governo dovrà prendere una posizione. La linea del rinvio a dopo le europee, sposata in un primo momento, sembra non reggere più. Un vertice di governo sul tema si terrà entro la prossima settimana. E se dal M5s fanno sapere di non aver cambiato idea sul No, i leghisti sono ottimisti che la pressione dei territori (in Piemonte si vota a maggio) faccia virare il Movimento sul Sì a una "mini Tav".
Di Maio: "No a uno spacca-Italia" - Sulla Autonomia, Di Maio ha chiarito: "Noi la sosteniamo, basta che non sia uno spacca-Italia". "All'ottimo ministro Stefani lo abbiamo detto chiaramente: permetteremo alle Regioni che lo chiedono di poter gestire alcuni servizi. Ma il percorso non sarà breve", ha affermato in un'intervista a La Repubblica. "Ci sarà una pre-intesa approvata in Cdm dopo un vaglio politico mio, di Salvini e di Conte - ha spiegato -. Poi il presidente inizierà una trattativa con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Infine si andrà in Parlamento e lì i presidenti delle Camere decideranno se sarà emendabile o no il testo delle intese".
Fraccaro: "Autonomia importante, si migliora il Paese" - A sostenere la linea di Salvini sull'autonomia interviene il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, che afferma: "Sulle autonomie si parla e si trova l'accordo, va fatto bene, è una riforma importante, un giorno in più o in meno non fa la differenza. Cambia qualcosa se riusciremo a fare una proposta anche per quelle Regioni che ancora non hanno chiesto le competenze. Non penso che si spacchi l'Italia, l'autonomia può migliorare il nostro Paese".
Stefani: "Autonomia è nel contratto, andiamo avanti" - "Io so che questo governo si basa su un contratto, e le autonomie sono in quel contratto", ha detto dal canto suo il ministro Erika Stefani che, intervistata dal Corriere della Sera, ha ribadito che "il nostro obiettivo" è chiudere con Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna prima delle Europee. Stefani è soddisfatta dell'accelerazione di Salvini: "Certo il vedere il vicepremier che parla di momento storico dà una grande carica dopo tanto lavoro", ha affermato il ministro.
Ipotesi alleanza in Europa, il no di Di Maio - All'ipotesi lanciata da Salvini di un'alleanza anche in Europa, invece, Di Maio ha risposto: "Non andremo mai in un raggruppamento che, oltre a essere di destra, comprende partiti di Paesi che ci hanno fatto la guerra per inasprire l'austerity".
Sulla Tav il vicepremier pentastellato non si sbilancia: "E' noto che ci sono posizioni diverse. Non ne parlo più fino a quando non si trova un'intesa", ha ribadito.
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