Omicidio Rozzano, il fermato: "Quando ho visto mio suocero, ho avuto un black out" | Gli abusi sarebbero durati 2 anni
Il 35enne avrebbe parlato di un atto di "vendetta" e "giustizia privata" contro quell'uomo accusato di aver abusato di sua figlia
"Quando l'ho visto ho avuto un black out improvviso e immediato". Lo ha affermato il 35enne fermato dai carabinieri per l'omicidio del suocero a Rozzano (Milano) giustificando l'atto di "vendetta" e "giustizia privata" contro quell'uomo accusato di aver abusato di sua figlia. Avrebbe parlato di un atto "istintivo" causato da un "black out mentale". Il fermato e il suo presunto complice saranno interrogati giovedì dal gip di Milano Elisabetta Meyer.
La bimba che avrebbe subito abusi dal nonno era stata sentita proprio lunedì pomeriggio in un incidente probatorio davanti al gip, alla presenza dei pm e dei legali, per cristallizzare le sue dichiarazioni, già rese in un'audizione protetta, in vista di un processo a carico del presunto pedofilo. L'incidente probatorio era finito verso le 16, circa un'ora e mezza prima dell'omicidio.
L'uomo ucciso era accusato di aver abusato della sua nipotina per circa due anni, tra il 2016 e il 2018, quando era ospite, soprattutto nei periodi festivi, a casa della figlia. Nell'inchiesta a carico del 63enne, scattata a ottobre dopo alcune segnalazioni in procura da parte della madre sulla base di racconti della bimba, venivano contestate presunte violenze sessuali commesse quando la bambina aveva tra i 6 e gli 8 anni. Proprio dalla scorsa estate, l'uomo non avrebbe avuto più contatti con la piccola.
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