Dopo aver deliziato i giocatori di tutto il mondo con un'epopea fantascientifica e conflitti in un mondo medievale di chiara estrazione fantasy, per BioWare è tempo di passare oltre: mettendo da parte per un attimo serie come Mass Effect e Dragon Age (che torneranno in futuro con nuovi episodi), la software house canadese ha deciso di dedicarsi a un nuovo franchise che segue il modello di giochi come Destiny e The Division per offrire un'esperienza continuativa nel tempo. Un viaggio all'interno di un affascinante shared world, un mondo condiviso e in continua evoluzione da esplorare in compagnia di altri giocatori.
Anthem, il nuovo sparatutto in terza persona prodotto da Electronic Arts, mette il giocatore nei panni di uno Specialista, un lanciere in grado di pilotare i poderosi robot da combattimento chiamati Strali. Grazie alle nanotute robotiche, i superstiti di una catastrofe nota come Cuore della Furia proteggono il mondo di Bastion dalla minaccia del Dominio, fazione interessata a controllare l'Inno della Creazione per rimodulare a proprio piacimento il concetto stesso di realtà. Insieme ad altri tre Specialisti, potrete affrontare una storia a metà tra sci-fi e fantasy che vi porterà a esplorare alcuni degli scorci più belli visti negli ultimi anni.
Le sensazioni che si provano volando all'interno di uno Strale sono qualcosa di davvero unico nel panorama videoludico, anche perché ognuna delle quattro classi disponibili nel gioco si comporta in modo totalmente diverso rispetto alle altre. Il Guardiano, lo Strale più bilanciato dei quattro, può saltare, schivare e sfruttare un lanciamissili autoguidato per liberarsi velocemente di gruppi numerosi di nemici. Il Colosso, lo Strale più corazzato, può attirare a sé il fuoco nemico sfoderando un poderoso scudo per proteggere l'avanzata degli alleati. L'Intercettore, il più agile dei quattro, è rapidissimo nei movimenti e può contare su un triplo salto e altrettante schivate per comparire alle spalle degli avversari, colpendoli poi con letali colpi corpo a corpo. Tempesta, il "mago" del gruppo, può teletrasportarsi a breve distanza e sfruttare degli attacchi elementali per combattere da lontano (meglio se dall'alto), offrendo supporto alla squadra nelle fasi più concitate.
Pur essendo particolarmente diversi tra loro, i quattro Strali condividono una singola capacità: il volo. Per spostarsi nel mondo di Bastion non ci sono infatti viaggi rapidi, ma solo i propulsori in dotazione allo Strale che permettono di trasformarsi in una sorta di Iron Man per svolazzare tra i cieli. Ed è certamente il modello di volo, estremamente intuitivo e ottimamente bilanciato, una delle migliori caratteristiche create da BioWare per il gameplay di Anthem. Premendo la levetta di sinistra mentre siete in aria potrete attivare i propulsori e volare fino a che non avrete consumato la barra del calore: in tal caso, ovviamente, lo Strale si surriscalderà impedendovi di proseguire in volo fino al raffreddamento. Basta attendere qualche istante (o entrare in contatto con l'acqua) per raffreddare la nanotuta e rimettersi in volo. Mentre siete in aria, potrete inoltre premere la levetta di destra per restare sospesi in volo e combattere gestendo la situazione dell'alto.
L'incredibile dinamicità del sistema di movimento di Anthem si sposa alla grande con la libertà di gestione delle abilità in dotazione al proprio Strale: l'anima tipica dei giochi di ruolo di BioWare in questo senso si fa notare, con varie abilità che potranno essere ottenute al completamento delle missioni e attività nascoste nel mondo di Bastion. Sono disponibili tre tipologie di "talenti" per ciascuno Strale, due di tipo offensivo e una designata per offrire supporto alla squadra. L'uso sinergico delle abilità dà vita a un vero e proprio sistema di combo basato su abilità d'innesco e detonanti: le prime possono applicare uno status a un gruppo di nemici (sulla base dei quattro elementi presenti nel gioco: acido, elettricità, fuoco e ghiaccio), mentre le seconde possono generare un'esplosione che produce effetti differenti a seconda dello Strale. Ovviamente, il gioco di squadra e l'uso combinato di particolari abilità appartenenti alle diverse classi può dar vita a combo impressionanti con le quali liberarvi velocemente degli avversari.
Ciascuna abilità è disponibile in vari livelli di rarità (da quella comune, di colore bianco, alla più prestigiosa leggendaria, di colore giallo) e può essere ottenuta in base alla progressione del proprio personaggio attraverso il classico sistema di "livelli".
Ottenendo punti esperienza, lo Specialista incrementerà il suo livello sbloccando nuove abilità, slot per la personalizzazione dell'equipaggiamento e nuovi Strali per sperimentare stili di gioco differenti, fino a raggiungere il limite (attualmente fermo a 30). Da quel momento in poi, il giocatore potrà andare alla ricerca di abilità, componenti e armi di rarità più elevata per affrontare i contenuti dell'Elder Game, le attività di fine gioco. Ovviamente, portando a termine attività al livello di difficoltà più alto (ce ne sono sei, tre dei quali riservati esclusivamente all'end-game) otterrete più punti esperienza e ricompense di livello superiore per lo Strale utilizzato al momento, a eccezione delle armi, utilizzabili nella maggior parte dei casi da tutti gli Strali.
Proprio le bocche da fuoco rappresentano uno dei punti più critici della produzione di BioWare, dal momento che lungo il cammino che vi separa dal level-cap, quelle che otterrete durante la campagna e le altre attività sono sostanzialmente tutte uguali. Al contrario di altre produzioni del genere, Destiny su tutte, l'armamentario a disposizione degli Specialisti si ripete di continuo con variazioni tutto sommato insignificanti delle armi. Si tratta di meccaniche comuni a questo genere di prodotti, tuttavia per un gioco che ambisce a diventare il nuovo punto di riferimento nel mondo dei looter-shooter (ovvero gli sparatutto basati sulla continua ricerca di nuovo equipaggiamento) bisogna sottolineare come la quantità e qualità delle armi non sia probabilmente all'altezza delle aspettative, tanto che spesso e volentieri tenderete a utilizzare maggiormente le abilità, dimenticandovi delle due armi a disposizione.
La scalata al level cap passa da una storia interessante che si articola per circa 20 ore attraverso numerose missioni principali e secondarie: pur non brillando per l'originalità della sceneggiatura e dei suoi colpi di scena, il canovaccio realizzato da BioWare conferma il talento e l'attenzione degli sviluppatori per i dettagli. Le scene filmate sono estremamente accattivanti e si discostano nettamente dal disastroso caso di Mass Effect Andromeda, mentre tramite le conversazioni opzionali e il Cortex i giocatori possono approfondire la storia degli Specialisti, dell'Inno della Creazione e di tutto ciò che si nasconde tra le lande di Bastion. Solo idocumenti e collezionabili possono tenervi impegnati per ore e ore. Al di fuori della campagna, potrete visitare Bastion per completare le Roccaforti, attività più complesse che prevedono generalmente lo scontro con un boss finale, ma anche Contratti (missioni secondarie che approfondiscono la storia di particolari personaggi) e Sfide che possono essere completate nella modalità Gioco libero.
Tuttavia, arrivati al level cap, la sensazione è che Anthem non proponga così tante attività da mantenere vivo l'interesse nel tempo. Già, perché sebbene sia possibile rigiocare le missioni al livello di difficoltà più alto e tentare di completare le Roccaforti a uno dei tre livelli riservati all'end-game per ottenere equipaggiamento migliore, la verità è che la mole di missioni e Roccaforti non è elevata a tal punto da impedire alla noia di prendere il sopravvento.
Anche giochi come Destiny e The Division propongono un riciclo delle attività da completare a difficoltà più elevate, tuttavia la varietà in questi due prodotti è decisamente superiore. In tal senso, l'assenza di un comparto PvP (giocatore contro giocatore), presente nei prodotti "rivali", grava ulteriormente sull'ecosistema del gioco: allo stato attuale, Anthem pecca di varietà, tanto nelle attività quanto nell'equipaggiamento. Il sistema di loot offre pochi stimoli nell'andare alla ricerca di un'arma, anche perché nella maggior parte dei casi le Iscrizioni, ovvero quei perk casuali che possono essere generati ogni volta che otterrete una variante dell'arma, risultano poco funzionali nell'ottica del completamento delle attività end-game.
Come se non bastasse, alla monotonia di fondo che si avverte dopo aver completato la storia bisogna aggiungere tutta una serie di problemi tecnici che affligono l'infrastruttura di Anthem. Caricamenti troppo frequenti che spezzano il ritmo dell'azione, disconnessioni, audio che scompare improvvisamente e non torna più se non riavviando il gioco, ma anche una difficoltà generale nella gestione della squadra: la lobby del team è decisamente indietro rispetto ad altre produzioni simili, e non permette di invitare un giocatore ad attività già iniziata o unirsi a un amico in difficoltà. Aggiungiamo che in caso di morte in una zona con rientro limitato, non potrete fare nient'altro che osservare inermi gli alleati (senza tuttavia possibilità di cambiare visuale e seguire il loro punto di vista) nella speranza di essere rianimati, oppure che una volta scelte le armi e le abilità del proprio Strale, non c'è alcuna possibilità di cambiarle se non tornando all'hub principale, chiamato Fort Tarsis.
Insomma, nonostante i tanti pregi nel gameplay, Anthem deve fare i conti con tanti, forse troppi difetti che al momento gli impediscono di raggiungere l'eccellenza. Il potenziale per un gioco incredibile c'è tutto, ma i sei anni di sviluppo sul groppone non devono aver giovato particolarmente a BioWare, che si trova costretta a intervenire con tempestività per non perdere la fiducia da parte dei fan. Il team di sviluppo ha promesso di continuare ad aggiornare il suo sparatutto con numerosi contenuti gratuiti nel corso del tempo, i primi dei quali saranno già lanciati a marzo. C'è tanto su cui lavorare, ma le basi sono certamente buone. Guardando al passato, non possiamo non notare alcune analogie con prodotti come Rainbow Six Siege, la cui falsa partenza non gli ha impedito di diventare in uno dei giochi più popolari del momento, e lo stesso Destiny, che pur essendo caratterizzato da una mole di attività superiore al lancio del 2014, fu aspramente criticato per l'inconsistenza della storia e per alcuni problemi di fondo nel gameplay. BioWare deve rimboccarsi le maniche e tentare di mettere una pezza per soddisfare le aspettative di una community che sperava di ritrovarsi di fronte al gioco perfetto già al lancio sul mercato. Così non è stato, ma non è ancora detta l'ultima parola.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo iniziato l'avventura di Anthem su PC, per poi testare la bontà della versione console su Xbox One X e completando l'avventura del nostro Specialista sulla console ammiraglia di Microsoft dopo circa venti ore di gioco. La prova, avvenuta su un Samsung Full-HD da 40 pollici, si è poi estesa approfondendo il funzionamento delle attività end-game per altrettante ore. Al momento il gioco non supporta il cross-play, per cui non potrete condividere i progressi tra piattaforme diverse, mentre è compatibile con 4K e HDR.
Può piacere a chi…
… ha sempre sognato di vestire i panni di Iron Man
… desidera un gameplay divertente da condividere con i propri amici
… ama perdere decine di ore a personalizzare il proprio personaggio
Potrebbe deludere chi…
… preferisce esperienze di gioco single-player e una storia molto longeva
… non è amante delle avventure di stampo fantascientifico
… sperava in decine di attività da portare a termine
Anthem è un gioco consigliato ai maggiori di 16 anni.