Solo chi ha sofferto per amore sa quanto è intenso il dolore che si prova in quei momenti. Si tratta di una sofferenza che coinvolge tutto il nostro essere, nel corpo e nello spirito, che ci impedisce di pensare, di mangiare, di vivere la nostra vita. Perché si soffre tanto? La scienza ha indagato su quello che accade nel nostro organismo e ha scoperto alcuni dei meccanismi che si scatenano quando nostra vita amorosa va in briciole: il dispiacere lancinante che ne deriva è collocato negli strati più profondi del nostro cervello e sembra perciò legato alle dinamiche ataviche alla base dell’evoluzione della nostra specie.
NON RICONOSCIAMO PIÙ NOI STESSI – Di colpo ci sentiamo cambiati nel profondo. Diventiamo cupi, ansiosi, depressi, oppure litigiosi, astiosi e collerici. Ci troviamo a fronteggiare stati d’animo che ”non sono da noi”, come la rabbia, la volontà di vendetta, il crollo dell’autostima; proviamo l’impulso di tormentare il nostro ex con messaggi e telefonate, oppure siamo spinti a coprirlo di veleno sui social network. In effetti, non siamo più gli stessi di prima, per cui è importante dare sfogo ai nostri sentimenti, ma cercando di non uscire dalla sfera personale o per lo meno privata: confidiamoci con una persona di nostra fiducia e concediamoci lo spazio e il tempo di sfogare i nostri sentimenti senza manifestarli in esternazioni troppo plateali di cui potremmo pentirci o vergognarci in un secondo momento. La strategia migliore per elaborare il lutto è lasciar fare al tempo e trovare le ragioni per voltare pagina e andare avanti.
INTANTO IL CERVELLO LAVORA – Che succede nel nostro cervello quando soffriamo per amore? Lo hanno studiato due scienziate americane, l’antropologa e psicologa Helen Fisher e la neuroscienziata Lucy Brown. Sottoponendo a risonanza magnetica funzionale un gruppo di 15 volontari di circa 20 anni di età, tutti reduci dalla fine di un rapporto sentimentale durato oltre 20 mesi, le scienziate hanno notato una maggiore attività nella VTA, l’area tegmentale ventrale, una zona del cervello nella quale risiedono le emozioni collegate all’innamoramento e al piacere sessuale, ma anche responsabili del senso di soddisfazione che si prova quando si placa la fame, la sete o si assumono droghe. La VTA presiede anche alla funzione “di ricompensa” che rilascia dopamina e genera quindi un senso di benessere. L'ipotesi di Fisher è che all'origine dell'"amore romantico" ci sia un senso di "profonda dipendenza" evidenziata dall'attività di queste regioni cerebrali. L'amore innescherebbe insomma meccanismi simili a quelli di una droga e questo spiegherebbe perché l'amore è così difficile da controllare e perché generi un senso di frustrazione così intenso quando il rapporto si interrompe.
QUESTIONI DI SOPRAVVIVENZA – Il fatto che dall’amore dipenda una funzione essenziale come quella della riproduzione spiega perché la natura ha messo in atto meccanismi così profondi per proteggere l’attrazione e il legame tra l’uomo e la donna. Si tratta di un istinto radicato nella nostra specie da milioni di anni dato che l’evoluzione ha legato la sopravvivenza della nostra specie alla conservazione della coppia. A dimostrazione che l’innamoramento appartiene al nucleo dei nostri istinti originari sta il fatto che sia regolato dagli strati più profondi del tratto encefalico, dove hanno sede anche i circuiti degli altri istinti vitali.
SI SOFFRE ANCHE NEL CORPO – Il dispiacere amoroso non coinvolge solo il cervello e lo spirito, ma agisce in modo importante anche sul corpo. La sofferenza amorosa, infatti, si manifesta attraverso dolore fisico, con una serie di sensazioni tipiche: la sensazione di avere una ferita cuore o nel centro del torace, mal di stomaco, insonnia, ansia, inappetenza, senso di vuoto e altro ancora. Questo avviene perché il sistema nervoso centrale elabora nello stesso modo il dolore fisico e quello psicologico. il dispiacere amoroso può anche causare un calo immunitario. In ogni caso fa aumentare la produzione di ormoni dello stress nocivi per la salute del muscolo cardiaco. Esiste addirittura una vera sindrome clinica, chiamata “sindrome del cuore spezzato” o, in termini medici “cardiomiopatia di Tako-tsubo”, che in casi limite per fortuna molto rari, può portare addirittura alla morte.
COME CURARE IL MAL D’AMORE – Visto che il mal d’amore è causato da alti livelli di ormoni dello stress e dai bassi livelli di quelli del benessere, primo fra tutti la dopamina, un efficace modo per provare sollievo è dedicarsi alle attività in grado di correggere questo squilibrio biochimico. L’arma più efficace è quella di dedicarsi ad attività fisiche aerobiche, che stimolano la produzione di serotonina e di endorfine, abbassando il cortisolo e regalando sollievo ai disturbi fisici. Sì anche alle attività che ci fanno scoprire cose nuove e fare nuove esperienze. Può essere utile anche dare un taglio netto con tutto ciò che ci riporta al ricordo dell’amore perduto. Con il passare del tempo le aree cerebrali tendono a ripristinare il loro equilibrio e gli stessi meccanismi atavici che ci hanno fatto tanto soffrire ci spingono a guardare oltre.