L’Italia è uno dei Paesi con la più bassa natalità al mondo. In effetti la nostra situazione generale non è delle più rosee e mettere al mondo un bambino è una scelta che imone il massimo senso di responsabilità. Per aumentare la famiglia si aspettano condizioni stabili di lavoro, si vuole verificare la solidità del proprio rapporto di coppia, si desidera la sicurezza e la serenità necessaria ad assicurare al nuovo nato tutto ciò di cui avrà bisogno. Sono mille la ragioni per cui si tende ad aspettare e a rimandare il momento in cui diventare genitori, ma siamo certi che sia una buona cosa?
LE RAGIONI SOCIALI PER CUI ASPETTARE – Avere i figli quando si è giovani offre una lunga serie di vantaggi, non ultimo il fatto di avere energie fresche e un’età anagrafica che ci rende più vicini ai nostri bambini. Purtroppo, tutti questi aspetti sono in aperta collisione con una serie di difficoltà sociali che molte coppie trovano insormontabili. La prima di tutte sta nella difficoltà di assicurarsi un lavoro stabile, che garantisca la necessaria sicurezza economica alla famiglia e, alla mamma, la possibilità di usufruire delle tutele previste per il periodo di maternità. Ci sono poi le giuste aspirazioni di carriera a cui una donna oggi non vuole rinunciare, la necessità di garantirsi un’abitazione adatta ad ospitare una famiglia, la difficoltà nell’ottenere gli aiuti necessari nella prima infanzia del piccolo e, ultimo ma non meno importante, il bisogno di testare con cura il rapporto a due prima di allargare la famiglia. Insomma, i motivi per cui si è costretti ad aspettare sono numerosi e fanno slittare sempre più in là il momento in cui la coppia può cominciare a pensare sul serio a mettere al mondo un bambino.
CHE COSA DICE LA SCIENZA – Con buona pace di tutte queste sacrosante necessità, l’orologio biologico non è purtroppo disposto a molte concessioni. Secondo studi scientifici pubblicati sul BMJ (British Medical Journal), l’età ideale per diventare genitori è fra i 20 e i 34 anni per le donne e sotto i 40 per gli uomini. E’ questa anche l’età in cui si la coppia è più fertile e quindi ha le maggiori probabilità di concepire e avere un bambino perfettamente sano. Le probabilità cominciano a calare in modo sensibile dopo i 35 anni perché gli ovociti, le cellule prodotte dalle ovaie, hanno la stessa età della donna e quindi invecchiano con lei. Dopo questa età concepire diventa meno facile e anche la gravidanza e il parto possono essere più complicati. Aumenta anche in modo considerevole la probabilità che il feto possa presentare anomalie genetiche, come la sindrome di Down. Anche se l'eventualità di avere un figlio Down non può essere esclusa completamente in nessuna donna, neppure in quelle molto giovani, l'incidenza della malattia cresce già dai 30 anni di età della mamma: una donna di 25 anni ha una probabilità su 1.250 di avere un figlio con questa anomalia, e a 30 anni la probabilità è una ogni 952, ma a 35 anni diventa già una su 378, e a 40, una su 106. Per questo, a partire dai 35 anni, è consigliata l’amniocentesi, l’esame che permette di diagnosticare la malattia prima che il piccolo nasca. Anche se oggi le tecniche di procreazione assistita possono risolvere molte delle problematiche di fertilità di una coppia e di fatto prolungano nel tempo la possibilità di diventare genitori, dal punto di vista strettamente biologico è meglio non rimandare troppo la scelta.
SEI HAI DECISO DI PRENTERDERTI IL TUO TEMPO – Hai fatto una scelta comune a un grande numero di donne, tanto è vero che l’Italia, secondo dati Eurostat è il Paese europeo in cui le mamme hanno il primo figlio più tardi in assoluto: nel 2016 l’età si è attestata a 31 anni, contro i 26,9 del 1990. Per fortuna oggi si resta giovani più a lungo e la medicina ha fatto passi da gigante, mettendo a disposizione delle mamme molti nuovi strumenti diagnostici per seguire l’andamento della gravidanza in modo sereno e consapevole. Oggi moltissime donne diventano felicemente mamme fra i 35 e i 40 anni, come del resto sta accadendo a Meghan Markle, duchessa del Sussex e moglie del principe Harry, che si avvia ad avere il suo primo bimbo a 37 anni di età. Avere un figlio quando si è un po’ più “grandi” può garantire al piccolo una mamma più soddisfatta, consapevole e serena, in virtù della sua maggiore maturità personale. Insomma, non sentiamoci in colpa o depresse se qualcuno ci definisce in gergo medico “primipara attempata” o addirittura “primipara geriatrica”: indica semplicemente una donna che partorisce il primo figlio (primipara) dopo i 35 anni (attempata, cioè anziana).
SE HAI DECISO DI ESSERE UNA MAMMA GIOVANE – A venticinque o a trenta anni si hanno più energie rispetto a quelle che può avere una quarantenne. Le notti in bianco si sopportano meglio e, se ci sentiamo inesperte e facili a cadere preda dell’ansia, ricordiamo che “nessun bambino nasce con il libretto di istruzioni”. Fare il genitore è un mestiere che si impara giorno per giorno: non dobbiamo vergognarci di chiedere aiuto alla nostra mamma, alla mamma di lui o a un’amica più esperta, ma ricordando sempre che siamo sempre noi a dover scegliere quello che è meglio per il nostro bambino. Le nostre fatiche saranno ripagate tra qualche anno, quando ci ritroveremo con un figlio già grandicello e noi saremo nel fiore degli anni, mamme e insieme amiche complici dei nostri figli. E sentiremo dire: “Caspita, hai un figlio così grande e sei così giovane? Complimenti!”