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La promessa della Regione Lazio: il bimbo immunodepresso presto tornerà a scuola

Se i bambini non vaccinati rifiutassero ancora la profilassi obbligatoria per legge, potrebbero essere spostati in un'altra classe. Intanto una mamma volontaria aiuta Matteo a studiare in casa per non restare troppo indietro

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Potrebbe avere un lieto fine la vicenda di  Matteo, il bambino immunodepresso dopo una leucemia e conseguente chemioterapia, costretto a casa perché cinque dei compagni di classe non sono vaccinati. Come precisato dall'assessore alla Sanità del Lazio "tornerà a scuola. Punto e basta, niente deroghe". Prima di lui il Governatore Nicola Zingaretti aveva commentato: "È una storia assurda, tutelare i suoi diritti significa civiltà". Il piccolo potrebbe rientrare in aula dopo il 15 marzo, come da indicazioni dei medici dell'ospedale Bambin Gesù.

Un responsabile del servizio vaccini della Asl Roma 2 incontrerà i genitori dei bambini che non hanno ricevuto le vaccinazioni obbligatorie. Qualora rifiutassero ulteriormente di sottoporsi alla profilassi obbligatoria per legge, rischierebbero una sanzione fino a 500 euro e il trasferimento dei figli in una classe diversa. La mamma di uno dei cinque non vaccinati al "Corriere della Sera" ha dichiarato: "Non posso permettere allo Stato di iniettare malattie nel mio bambino. Capisco il problema ma la vita di mio figlio vale quanto quella di Matteo".

In attesa che la politica e il buon senso trovino il modo per riportarlo a scuola in tutta sicurezza, il piccolo di 8 anni senza difese immunitarie resta confinato a casa. A consentirgli di proseguire i suoi studi è un'altra mamma della scuola, Eleonora, che in maniera del tutto volontaria passa da lui un paio di volte a settimana e si improvvisa maestra. Lo aiuta a studiare il libro di testo e a non rimanere troppo indietro rispetto ai compagni.

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