Matteo Renzi non si limita a firmare le copie del suo ultimo libro. Impegnato nel tour promozionale per il nuovo volume, ha scelto Torino anche per firmare la prima delle querele che nei giorni scorsi aveva annunciato avrebbe fatto entro il 22 febbraio. "È per Marco Travaglio", ha annunciato al palco del Lingotto. E sulla vicenda dei domiciliari ai genitori: "Sono fiero e orgoglioso che mio padre e mia madre vogliano difendersi in un processo".
"Non ho niente di cui vergognarmi, perché conosco i fatti", ha proseguito l'ex premier che non ha risparmiato anche una stoccata al ministro Salvini, appena graziato dal Senato in merito al caso Diciotti: "Noi non abbiamo immunità o scambi da fare per non andare a processo".
E sul futuro dei genitori ha spiegato: "Noi aspettiamo e rispettiamo le sentenze, non mi sentirete mai dire una parola contro i giudici. Noi non scappiamo dall'aula come fanno altri, vogliamo andare in quell'aula. Perché lì vedremo chi ha ragione e chi torto". Anche perché - ha concluso Renzi - i processi "non si fanno sui giornali".