Era "un'attività per l'integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione", non un esperimento sociale. Lo afferma, attraverso il suo legale, il maestro della scuola del Folignate, in Umbria, finito nella bufera. Un "malinteso" per il quale l'insegnante "porge le sue scuse ai genitori dell'alunno coinvolto e in generale ai genitori dell'intera classe".
La famiglia del bambino coinvolto ha presentato un esposto in Procura tramite l'avvocato Silvia Tomassoni. "Saranno poi i magistrati a decidere, ma è un episodio molto grave e non è vero che i bambini della classe fossero stati informati prima dal maestro che voleva fare un esperimento", ha fatto sapere il legale.