BOSS LATITANTE

Trapani, davano soldi alla famiglia di Messina Denaro: 3 fermi

Gli imprenditori finiti in manette sono Calogero Luppino, di Campobello di Mazara, Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto di Castelvetrano

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I carabinieri di Trapani hanno fermato con l'accusa di associazione mafiosa ed estorsione tre imprenditori di Mazara (Tp) e Castelvetrano (Tp) che avrebbero finanziato la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro. E' stato effettuato anche un sequestro di beni per circa 5 milioni di euro nei confronti degli indagati.

Nell'ambito dell'inchiesta denominata "Mafiabet", gli imprenditori finiti in manette sono Calogero Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto di Castelvetrano (Tp), gestore di un centro scommesse online a Campobello di Mazara.

Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, hanno permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e dei giochi online. A garantirne il successo sarebbero stati i clan mafiosi di Castelvetrano, paese di origine del boss ricercato, e Mazara del Vallo, che obbligavano gli esercizi commerciali a installare i device delle società di Luppino e Giorgi, minacciando di ritorsioni i titolari che si rifiutavano.

Luppino, con l'aiuto di Giorgi, che gestiva la cassa del "mandamento" mafioso, provvedeva alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino e al finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Attraverso il terzo fermato, Francesco Catalanotto, molto legato al cognato di Messina Denaro, Rosario Allegra, inoltre venivano fatti arrivare soldi alla famiglia del padrino latitante.

Nell'ambito della stessa inchiesta, la Dda di Palermo ha notificato un avviso di garanzia con invito a comparire al deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino. Il parlamentare è indagato per corruzione elettorale. Al deputato, che è anche membro della commissione regionale Antimafia, eletto alle ultime elezioni regionali con quasi 8mila preferenze, i pm contestano di aver avuto il sostegno elettorale degli imprenditori Calogero Luppino e Salvatore Giorgi.

Secondo gli inquirenti, Luppino e Giorgi, obbedendo agli ordini inviati dal carcere dal boss detenuto Franco Luppino, avrebbero sostenuto la candidatura alle elezioni regionali del politico, promettendo e distribuendo pacchi della spesa agli elettori in cambio della promessa di voto.

A Pellegrino, marsalese, avvocato, non è stata contestata però l'aggravante mafiosa. Nella scorsa legislatura il politico 61enne era subentrato a Girolamo Fazio, dimessosi dopo essere stato indagato in un'inchiesta per corruzione