Sgombero CasaPound, il Mef risponde a Virginia Raggi: "Non è una priorità"
In una nota, che rimanda alla valutazione del Prefetto, si afferma che lo stabile di via Napoleone III non sfora i "criteri stabiliti ad hoc", quindi non deve essere liberato con urgenza
Lo sgombero di CasaPound dal palazzo romano di via Napoleone III non è una priorità. Lo dicono in una nota il ministero dell'Economia e delle Finanze e l'Agenzia del Demanio che a loro rivolta rimandano a una valutazione del Prefetto: uno scaricabarile per arrivare alla medesima conclusione del Viminale, insomma, anche se di fatto il nome di Salvini stavolta non appare. "A questo punto - si legge - l'effettuazione dello sgombero dovrà essere valutato dal Prefetto di Roma, che non lo ritiene prioritario in forza dei criteri stabiliti ad hoc".
Si chiude così il cerchio, partito dalla la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che si era rivolta proprio al Mef (dopo la mozione approvata a maggioranza dai consiglieri pentastellati e democratici) per chiedere di liberare il palazzo di via Napoleone III, nel centrale rione Esquilino. Tra quei criteri accennai dalla stessa nota ci sono il "non essere a rischio crollo” e “non presentare particolari problemi sotto il profilo igienico”, come riporta Repubblica citando il testo della risposta arrivata a Palazzo Senatorio. Poco importa se i "fascisti del terzo millennio" che vi risiedono siano abusivi, le priorià al momento sono altre.
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