Sul palco di Sanremo Cristina D'Avena c'era già stata come super-ospite, ma con Federica Carta e Shade è successo di più. Perché per la prima volta la regina delle sigle ha cantato un brano che non era una cover. A Tgcom24 si racconta tra passato e futuro e confessa: "Mi piacerebbe percorrere questa strada, ma devo trovare il brano perfetto per me, chissà un giorno all'Ariston ci arriverò in competizione...".
E' la prima volta che non canti una sigla, cosa significa per te?
Sono molto felice. Tra noi c'era un grande feeling indipendentemente da Sanremo. Le canzoni pop in realtà io le canto, ma non le ho mai portate fuori dai miei live. Non per paura, ma perché non l'ho mai fatto. Alla fine ho accettato.
Cosa ci dobbiamo aspettare, troni a Sanremo?
Mi è piaciuta molto questa esperienza, mi sono divertita ed emozionata. Ci dovrei pensare, dovrei cantare un brano nelle mie corde, ecco se dovesse arrivare un pezzo pazzesco magari sì. La sigla del cartone è un mondo a parte, è un'altra cosa.
Il prossimo sarà un album di inediti e non c'entrerà più con le sigle?
Ma chissà. Può essere.
Nuovi progetti?
Tanti, tanti concerti da Bologna a Milano e Roma. Mi diverto tanto e invito tutti coloro che non hanno mai visto un mio concerto a venire. Il mio pubblico è trasversale, dai bambini alle nonne. E poi tanti ragazzi: dal rocchettaro al rasta.
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Canti da sempre...
Ho cominciato con il moscerino a tre anni e non ho più smesso. Perché se ci provo e mi prendo due mesi di pausa mi arrivano di quelle lamentele dei fan che non puoi immaginare...
In tv ti piacerebbe tornare a lavorare?
Mi piacerebbe portare qualcosa di mio, una Cristina di oggi che parla a tutto il pubblico. Io sono qui, se qualcuno mi propone qualcosa e mi piace io ci sto.
Sei consapevole di essere una icona gay?
Assolutamente sì. Faccio tantissime serate a tema, spettacoli divertentissimi. Attraverso la mia musica il mondo omosessuale si diverte. C'è una grande empatia, le mie canzoni hanno portato a tutti un po' di serenità. Cantare Creamy o Sailor Moon fa bene. La trasformazione e il fatto di poter diventare altro è importante.