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Pausa Caffè con Ualone: quando lo streaming prenderà il posto delle console

La prossima generazione di console potrebbe essere l’ultima a vedere la luce: prima o poi si giocherà solo in streaming

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La necessità di possedere un hardware dedicato per poter videogiocare potrebbe svanire prima di quanto sia facile immaginare. Nel giro dei prossimi dieci anni, infatti, è possibile che il modo più diffuso per accedere ai propri giochi preferiti passi per le vie dello streaming, già percorse con successo, negli ultimi decenni, dalla musica e dal cinema.

Anche le console, come già successo ai lettori CD e ai lettori DVD/Blu-ray, potrebbero diventare strumenti superflui da qui a una manciata di anni. Per quanto riguarda la musica, è stato semplicissimo abbandonare i supporti fisici. Grazie ad algoritmi di compressione sempre più validi, infatti, già dalla fine degli anni '90 dello scorso secolo, una canzone poteva essere contenuta in un file pesante solo una manciata di megabyte (come una foto scattata oggi da uno dei nostri telefoni). Anche con le connessioni dell’epoca, quindi, era possibile tranquillamente scaricare un brano in pochi minuti, mentre nei primi anni del nuovo millennio cominciava a diventare sempre più normale anche azzardarne la riproduzione in streaming.

Oggi, manco a dirlo, lo streaming è il modo più diffuso per ascoltare musica. E lo stesso sta succedendo, sempre più, per il cinema e le serie TV. Un film è più ingombrante di una canzone, per le nostre connessioni, che però nel frattempo sono migliorate, e anche di tanto, permettendoci di guardare in streaming tranquillamente video in Full HD e, nei casi migliori, anche in 4K. Per i videogiochi le cose sono ancora più complesse, perché oltre al flusso di dati in arrivo (l’unico che conta, nel caso di cinema e musica), vanno aggiunti anche gli input che, partendo dall’utente, devono finire ai server. Anche tutta l’interazione, insomma, va gestita in remoto e in tempo reale. Le connessioni, quindi, oltre a essere molto veloci, devono anche essere il più possibile stabili.

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E mentre le connessioni continuano a migliorare, il gioco in streaming comincia già a farsi apprezzare dagli utenti. A oggi, la realtà più famosa, nel campo, è PlayStation Now. Il servizio, disponibile già in diversi paesi del mondo, e il cui arrivo in Italia sembrerebbe essere ormai imminente, permette di giocare in streaming, tramite abbonamento, a centinaia di giochi per PS3, PS4 e altre piattaforme di casa Sony. È possibile usufruirne su PS4, ma anche su PC. E la cosa più interessante è che in futuro potrebbe bastare anche il solo televisore (accompagnato da un controller), per poter godere del catalogo di PlayStation Now.

La caratteristica forte dello streaming, infatti, è che annulla la necessità di possedere un hardware dedicato. Il grosso dei calcoli li fanno i server messi a disposizione dai gestori, all’utente potrebbe servire anche solo qualcosa in grado di visualizzare il gioco. E se Sony è già attiva da qualche anno con PlayStation Now (grazie anche alle mirate acquisizioni di Gaikai e OnLive, due tra i sistemi pionieri nel campo dello streaming di videogiochi), anche Microsoft, che di cloud se ne intende non poco, si sta facendo avanti con Project xCloud, che però non sappiamo ancora quando potrà diventare qualcosa di concreto. Nel frattempo, l’azienda di Redmond si sta portando avanti con il concetto di "abbonamento à la Netflix/Spotify" grazie a Xbox Game Pass.

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E non è escluso che alla partita si aggiungano anche altri concorrenti. Amazon, Apple, Google sono tutte potenzialmente interessate a questo mercato e quest’evoluzione che potrebbe cambiare non poco anche le abitudini di noi videogiocatori. E voi? Siete pronti ad abbandonare le console e i vostri PC da gaming nel corso dei prossimi dieci anni? O lo streaming dei videogiochi vi sembra ancora qualcosa di lontano? Io vi consiglio di tenervi pronti, perché secondo me si tratta di qualcosa di molto, molto vicino.

 

 

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