Caso Diciotti, oggi il voto del M5s su Salvini | Lui assicura: "Governo avanti comunque" | Ironia di Grillo sul quesito
Chi vota "Sì" nega l'autorizzazione a procedere, con il "No" viene concessa. Dagli iscritti pesanti critiche: "State orientando il voto?"
Gli iscritti del M5s possono votare sulla piattaforma Rousseau per il caso Diciotti lunedì 18 febbraio dalle 11 alle 20. Lo rende noto un post sul Blog dei pentastellati in cui viene spiegato il quesito del voto: "Il ritardo dello sbarco della nave, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? Con il 'Sì', si nega l'autorizzazione a procedere; con il 'No', quindi, si concede".
Votazione slittata di un'ora per problemi tecnici - Invece che alle 10, compre precedentemente annunciato, la votazione slitta di un'ora e sarà attiva dalle 11 alle 20. Lo slittamento sarebbe dovuto a problemi tecnici sulla piattaforma Rousseau. Nelle votazioni precedenti, la causa era riconducibile all'eccessivo numero di utenti connesso alla piattaforma.
L'ironia di Grillo: "Voto tra Comma 22 e Procuste" - Ma proprio sul quesito si accende la polemica: la formula piace poco ai militanti e allo stesso leader Beppe Grillo. "Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il
Comma 22 e la sindrome di Procuste", ha commentato ironico Grillo. Il fondatore del M5s ha citato il celebre paradosso del romanzo
Comma 22 (dove la facoltà di scegliere è solo apparente, ndr) e la sindrome che indica, in una persona, il disprezzo per chi è considerato avere un maggior successo.
Salvini: "Governo avanti comunque" - Salvini, intanto, assicura che "il governo va avanti a prescindere da cosa si deciderà pro o contro Salvini". E sulla consultazione online decisa dal M5s, il vicepremier spiega che è "giusto consultare gli iscritti. Spero che non finisca come a Sanremo, dove gli italiani hanno votato in un modo, poi la giuria ha cambiato, spero ci sia più trasparenza". Su Di Maio: "E' stato corretto".
La ricostruzione dei fatti - Nel post in cui si annuncia la votazione, i Cinquestelle ripercorrono la vicenda Diciotti. "Tra il 20 e 25 agosto scorso - si legge - mentre 137 migranti si trovavano sulla Diciotti, ovviamente con assistenza sanitaria e alimentare, il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio Conte stavano sentendo i leader degli altri Paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti. Questo accordo doveva essere raggiunto prima dello sbarco perché, altrimenti, sarebbero dovuti rimanere tutti in Italia. E questo a causa del Regolamento di Dublino, che impone che il primo Paese di approdo debba farsi carico di tutti i migranti che arrivano in Europa".
"Il ministro dell'interno Salvini - continua il post -, d'accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il Presidente Conte, negò quindi lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto. Per questa vicenda il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il ministro dell’Interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere".
Cosa differenzia questo caso - Secondo i pentastellati in questo caso non per forza bisogna concedere l'ok all'autorizzazione. Sul Blog si afferma che "in pratica, se il Parlamento nega l’autorizzazione a procedere, sta affermando che il ministro ha agito per interesse pubblico o interesse dello Stato, e che quindi non sarà processato. Nel caso invece venga data l’autorizzazione, il titolare del Viminale andrà a processo. Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali".
Come invece è stato per la
Taverna e
Giarrusso che "noi mandammo a processo ed entrambi votarono per farsi processare". "Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale".
L'errore sul blog: i migranti passano da 177 a 137 - Spunta inoltre un errore sul quesito postato sul blog dei Cinquestelle: invece dei 177 migranti a bordo della nave Diciotti, si parla di "137 migranti" che si trovavano sulla motovedetta della Guardia costiera. La dicitura col numero 177 è contenuta nei documenti consegnati alla Giunta per le immunità dalla procura di Catania a dal Tribunale di ministri e anche nell'informativa che il premier Giuseppe Conte ha reso al Senato sulla vicenda il 12 settembre 2018.
Le persone inizialmente soccorse dalla Diciotti su un barcone in difficoltà in acque Sar maltesi il 16 agosto erano 190. Lo stesso giorno erano stati evacuati dalla nave della Guardia costiera 13 migranti in precarie condizioni di salute, per i quali era stato autorizzato lo sbarco a Lampedusa. Quando la Diciotti arrivò a Catania, senza aver il permesso di sbarcare, i migranti a bordo erano dunque 177. Il 22 agosto era stato poi autorizzato lo sbarco dei 27 minori non accompagnati. A bordo sono così rimasti in 150 fino alla tarda serata del 25 agosto, quando c'è stato l'ok allo sbarco di tutti i naufraghi.
E sul Blog esplode la polemica - Proprio in seguito a tutte queste precisazioni sul Blog è scoppiata la polemica, con forti critiche da parte degli iscritti al modo in cui i vertici M5s hanno scelto di proporre il quesito. Ecco di che tenore sono i commenti che si leggono. "Ma state orientando il voto. Che c... ci sta succedendo ragazzi?", chiede Roberto Cherubini. Luca si definisce "un elettore del M5S dal primo minuto, ma per questo quesito, vi riporto una frase di Beppe Grillo: 'I referendum abrogativi. Dove per dire sì devi votare no. E per dire no devi votare sì. Come uno che va a sposarsi e il prete dice: 'La vuoi mandare a c...?' 'No.' 'Allora vi dichiaro marito e moglie'. Ecco... in questo caso, state agendo proprio come fanno sempre gli altri partiti per girare la frittata, e questo non mi piace per niente. La domanda esatta doveva essere: 'Volete concedere l'autorizzazione a procedere?'. In modo che SI voglia dire SI, e NO voglia dire NO".
E Bruno: "Cercate di fare i furbi anche nelle procedure del Si e del No per confondere. Non ci vuole una pagina di spiegazione. Votate SI per processare Salvini senza tanti giri di parole piantatela con le c.... Interesse pubblico? Inventatene un'altra ascoltate i vostri elettori perché dopo questa, cioè se salvate Salvini siete finiti".
La precisazione dei Cinquestelle: "Quesito come quello della Giunta" - Per rispondere alle polemiche, il blog del M5s ha precisato che "la risposta chiesta agli iscritti per il voto di domani è uguale a quella che sarà chiesta martedì ai senatori della Giunta. Cioè se in quel caso si sia agito o meno per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo"..
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