San Faustino: single, sei “vocato” o “avvitato”?
Uno studio fotografa la nuova identità sessuale maschile di chi non ha una compagna fissa
Dopo tanto parlare di amore, di coppia e di romanticismo ad ogni costo, il 15 febbraio è il giorno dell’orgoglio dei single, ovvero degli “sfidanzati”. Una buona quota di loro è felice della propria condizione, ma una pattuglia non trascurabile di uomini vive questo stato come frustrante, transitorio e da superare nel più breve tempo possibile. In ogni caso, anche chi non vive in coppia è un soggetto sessualmente attivo, spesso con esigenze diverse rispetto agli accoppiati, ma con altrettanta necessità di avere cura del proprio benessere e della salute sotto le lenzuola. Uno studio fotografa questi soggetti e inquadra le loro abitudini, aspirazioni ed esigenze di ordine sentimentale e relazionale.
La Festa di San Faustino, che celebra le virtù dell’essere single, cade quest’anno in concomitanza con l’
ESSM di Ljubljana, il
Congresso della Società Europea di Medicina della Sessualità, che quest’anno mette al centro del dibattito scientifico proprio la
figura del single. Come emerge chiaramente dai
dati ISTAT pubblicati a fine 2018, il numero delle famiglie composte da una sola persona è in aumento, con numeri che passano dal 20,5% al 31,6%. La ricerca GfK promossa da IBSA Farmaceutici Italia per la
campagna
Ticket to Love, ha studiato le caratteristiche dei single maschi italiani, individuando tra loro
due profili antitetici: i “
vocati” e gli “
avvitati”.
SINGLE VOCATI- Sono persone che hanno deciso liberamente di non vivere in coppia: fanno di tutto per godersi la vita, trovano soddisfazione nel loro lavoro, danno priorità a questo aspetto della loro vita (58% delle risposte) e al benessere economico (45%). Si tratta di maschi tra i 35 ai 54 anni, che apprezzano la donna di oggi e, senza averne paura, la reputano meno mamma e anche meno moglie (50%). Hanno una vita sessuale vivace e dichiarano nel 63% dei casi di avere rapporti almeno una volta a settimana.
SINGLE AVVITATI – Sono invece soggetti in crisi, che vivono il loro stato con insoddisfazione. Si tratta di maschi scontenti innanzi tutto di se stessi, poco aperti alla possibilità di un rapporto di coppia (solo il 18% pone tra gli obiettivi quello di avere una partner) e al dialogo (il 65% si dichiara aperto al confronto, rispetto a una media tra i single dell’82%). Specchio di questa insoddisfazione è la vita sessuale: solo il 34% di loro ha rapporti sessuali frequenti.
LE DAFAILLANCES SESSUALI – In linea generale, che sia single o meno, almeno un uomo su due ammette di aver avuto una défaillance sessuale almeno una volta nella vita, ma per il 13% si tratta invece di un problema che si presenta in maniera intermittente o cronica. La sessuologia medica riferisce l’esistenza, anche in questo caso, di due tipi di maschio: quello pronto a rivolgersi al medico per cercare aiuto, e quello, invece, che ha grandi difficoltà psicologiche nell’affrontare il problema. Per usare una metafora tratta dal mondo animale, i maschi della prima tipologia sono simili a un
suricato, la piccola vigilissima mangusta ritta a scrutare l’orizzonte attorno a sé, il secondo invece è il più classico degli
struzzi, che ficca la testa sotto la sabbia per eludere il problema.
I test scientifici attualmente disponibili per l’impotenza maschile sono tutti impostati sulla coppia; ma dalla ricerca italiana arriva un ribaltamento di questa prospettiva, con un nuovo test psicometrico, validato e in fase di pubblicazione sulla rivista scientifica
“British Journal of Urology International” che permette, per la prima volta, di fare diagnosi di disfunzione erettile anche nella persona single, che vive una vita sessuale diversa da quella dell’uomo in coppia, ma non per questo da trascurare.
“Mentre il single “vocato” si informa continuamente con amici, internet, farmacisti e medici su come mantenere la propria salute sessuale, e proprio come un suricato osserva attentamente il mondo attorno a sé, il single ”avvitato” è certo il maschio che più avrebbe bisogno di riconoscere il problema quando si presenta, di essere supportato da professionisti - spiega Il
Prof. Emmanuele A. Jannini, Ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica dell’Università Tor Vergata di Roma –
Noi medici della sessualità dobbiamo comunicare agli “struzzi” (visto che i “suricati” lo sanno già benissimo) che esistono soluzioni terapeutiche discrete e facili da assumere, alleate del maschio in coppia occasionale o stabile che ricerca la discrezione del trattamento farmacologico, oltre all’efficacia”.
Per sensibilizzare il pubblico sui temi del benessere sessuale maschile e per fornire nuovi strumenti terapeutici, è in corso
la campagna Ticket to Love. Il suo scopo è aiutare il maschio contemporaneo, soggetto ai rapidi cambiamenti della società attuale, e a volte incerto e disorientato anche di fronte alla necessità di riconnettere desiderio ed erezione.
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