INTERROGATORIO IN QUESTURA

Nuotatore ferito a Roma, uno dei fermati: "Non so perché ho sparato"

Parlano i due giovani ora in carcere dopo essersi costituiti: "Chiederemo scusa alla famiglia di Manuel con una lettera aigenitori"

© tgcom24

"Io mi sono costituito e vado in carcere perché è giusto che Manuel abbia giustizia. Non so perché ho sparato". E' quanto ha fatto mettere a verbale Lorenzo Marinelli, nel corso dell'interrogatorio svolto in Questura a Roma, nell'ambito dell'inchiesta sul ferimento del nuotatore Manuel Bortuzzo. Per questa vicenda è stato fermato anche Daniel Bazzano. Entrambi sono accusati di tentato omicidio premeditato e aggravato da abietti e futili motivi.

In base ai reati contestati dalla Procura, i due fermati rischiano una condanna che varia dai 7 ai 20 anni di reclusione. I magistrati legano la premeditazione alla decisione dei due di tornare sul luogo della rissa dopo essere andati a prendere la pistola che, in base a quanto riferito da Lorenzo Marinelli, aveva nascosto in un terreno dopo averla trovata, a suo dire, per caso circa due mesi fa.

Nel corso degli interrogatori i fermati hanno ricostruito quanto avvenuto sabato notte davanti ad un pub del quartiere Axa. Bazzano ha affermato di non sapere che Marinelli fosse armato. "Gli ho detto 'Lorenzo ma cosa hai combinato?', mi ha risposto 'Ora portami a casa da mio figlio".

Scriveranno ai genitori di Manuel - "Siamo distrutti, vogliamo chiedere scusa alla famiglia di Manuel con una lettera che manderemo ai genitori", hanno fatto sapere attraverso i loro legali i due giovani ora in carcere. In base a quanto si apprende i due volevano costituirsi già domenica. "I familiari ci avevano contattato. Avevano un peso sulla coscienza", hanno spiegato gli avvocati Alessandro De Federicis e Giulia Cassaro.

Uno dei fermati: "Non so perché ho sparato" - "Volevo andare a picchiare qualcuno pur non sapendo chi mi aveva prima colpito. in realtà non so spiegare il motivo del gesto". Lo ha spiegato Lorenzo Marinelli.

"C'è stata una rissa all'Irish pub a cui hanno partecipato circa venti persone che non so identificare - ha dichiarato il giovane, assististito dall'avvocato Alessandro De Federicis - mi hanno detto 'ti vengo a prendere a casa, so dove abiti' e sono scappato". Mi trovavo in uno stato confusionale e ho vagato per tre giorni sempre in compagnia del mio amico Daniel Bazzano. Non so dove siamo stati, forse in un parco, uscivamo dai campi soltanto per avere notizie dai telegiornali di quanto era accaduto, andavamo a sentire i telegiornali nei bar".

Marinelli ha ricostruito le fasi di quanto successo subito dopo la rissa al pub irlandese di piazza Eschilo. "Sono scappato a piedi e nel tragitto fino ad Acilia per prendere il mio motorino ho anche reperito la pistola che si trovava nascosta sottoterra già da tempo, l'avevo trovata lì un paio di mesi fa ma non ho assolutamente idea di chi possa averla nascosta lì", ha detto. "Dopo la rissa a Bazzano gli ho detto 'andiamo a menargli' ma lui non sapeva che io avessi l'arma". "Faccio saltuariamente uso di cocaina, circa una volta al mese, ma quella sera non l'avevo utilizzata. Avevo bevuto sei o sette bicchierini di amaro", ha detto ancora.