Un ragazzo omosessuale di 17 anni è stato picchiato da un gruppo di bulli a San Sperate (Cagliari). L'aggressione è stata filmata dagli stessi bulli, che avrebbero deriso il giovane per il suo orientamento sessuale. A intervenire in difesa della vittima è stata una sua amica di 18 anni che ha evitato il peggio. L'episodio è avvenuto venerdì, ma solo domenica, dopo che il video è diventato virale, il 17enne con il padre si è recato dai carabinieri.
I militari avrebbero già individuato tre responsabili dell'aggressione. Il 17enne e il padre inizialmente non avevano presentato denuncia, ma sabato sera sono tornati in caserma e hanno formalizzato l'atto per lesioni e ingiurie. Il ragazzo non ha però voluto raccontare il motivo dell'aggressione.
Il ragazzino, noto sul web, era stato contattato su un social network da uno degli aggressori e, dopo uno scambio di messaggi, si erano dati appuntamento in piazza Deledda a San Sperate. L'incontro si è trasformato però in una aggressione verbale, con insulti omofobi, e fisica. A quanto pare la vittima e uno dei picchiatori si erano precedentemente scambiati parole pesanti sui social e l'aggressione sarebbe stata organizzata proprio per regolare i conti.
Sull'episodio è intervenuto anche il sindaco del Comune Enrico Collu che ha affermato su Facebook: "Mi chiedo come sia possibile che il tuo paese, che da sempre ha fatto della tolleranza, dell’accoglienza e del rispetto il suo vessillo, possa finire nella Rete per un episodio di bullismo e stupida intolleranza".
"Tanto impegno da parte di tutta la Comunità che rischia di finire nel cesso a causa di quattro ragazzini annoiati e dei stupidi video. Non si è fatto male nessuno, per fortuna, almeno fisicamente. Voglio incontrare questi ragazzi e i loro genitori, voglio guardargli negli occhi per capire quali siano le motivazioni che hanno portato a questo brutto episodio", ha proseguito.
"Non voglio pensare possa esser vero quello che viene riportato in alcuni siti on line. Nel 2019 non può esistere che una persona possa essere discriminata per le sue tendenze sessuali, per il credo religioso, per la razza o solo per la sua forma fisica. San Sperate racconta storie diverse e vuole continuare a farlo", ha concluso.