Olanda, la messa no stop ce l'ha fatta: la famiglia armena non sarà più espulsa
La famiglia Tamrazyan era nei Paesi Bassi da nove anni, e dopo un processo durato sei anni ha rischiato di tornare nella sua terra d'origine: ora la sua richiesta d'asilo è stata accettata dall'Aia
La messa, stavolta, è finita: 96 giorni no stop nella chiesa di Bethel, all'Aia, per evitare il rimpatrio di una famiglia di profughi armeni sono serviti a "intenerire" il governo olandese che aveva rifiutato la richiesta di asilo, nonostante vivessero in Olanda da nove anni. La settimana scorsa, infatti, la coalizione al governo all'Aia ha raggiunto un accordo che ha concesso il "perdono" ai tre figli, in virtù del fatto che vanno a scuola e all'università. E dunque i Tamrazyan, genitori e 3 ragazzi, non saranno espatriati.
In Olanda la polizia non ha il diritto di entrare in un luogo di culto e interrompere una funzione religiosa. La famiglia, cristiana credente, ha avuto l'idea di chiedere "asilo" in chiesa.
La cerimonia è iniziata il 26 ottobre scorso: è durata oltre tre mesi, con quasi 650 pastori e fedeli, provenienti da tutto il Paese, ma anche da Francia, Germania e Belgio, che si sono dati il cambio per proteggere i cinque armeni, organizzando una messa a oltranza.
Una maratona di solidarietà che si è conclusa con un doppio lieto fine: il governo olandese ha ceduto e ha garantito alla coppia, con i suoi tre figli, di restare nel Paese e ha anche promesso di rivedere circa 700 richieste di asilo di minori che erano state rifiutate.
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