Gli avevano negato il "permesso di soggiorno per motivi umanitari" e lui, 25 anni, si è tolto la vita gettandosi sotto un treno. E' finita così la storia di Prince Jerry, nigeriano, che aveva presentato la richiesta a Genova e, dopo la risposta negativa, era in attesa di un'udienza dopo aver fatto ricorso al tribunale.
A raccontare la sua tragica fine sono la Prefettura del capoluogo ligure e i cooperanti della Migrantes di Genova, di cui è responsabile don Giacomo Martino. E' stato proprio lui a dover fare il riconoscimento del corpo, ritrovato sotto un treno a Tortona (Alessandria). "Un momento difficile - dice il sacerdote -, ma importante: lo volevo accompagnare in questa sua ultima desolazione".
"Come ricorrente ante decreto Sicurezza era tra quanti avrebbero potuto ricevere il permesso di soggiorno per motivi umanitari", spiega Maurizio Aletti, della cooperativa "Un'altra storia" che lavora accanto al sacerdote.
Non ci sarebbe dunque una relazione diretta tra il tragico gesto del giovane e il nuovo assetto normativo legato al decreto Sicurezza, che ha fortemente ristretto le possibilità di accesso ai permessi di soggiorno per motivi umanitari. "Probabilmente il clima attuale ha fatto aumentare la disperazione in una vita che è un mistero di problemi, violenze e tragicità difficile da capire", commenta Aletti.
Il messaggio di don Martino sui social - Dopo la tragedia don Martino a diffuso via social il racconto, rivolgendosi ad alcuni parrocchiani con questo messaggio: "Cari tutti, sono stato tutto il giorno a Tortona. Uno dei nostri ragazzi di Multedo, Prince Jerry, cui era stato opposto un diniego prima di Natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente Decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui. È stato un momento difficile ma importante perché ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione", ha scritto in un messaggio privato, in poche ore condiviso da molti.
"Erano parole di dolore e di sofferenza personale confidate a degli amici - ha poi chiarito don Martino -. Avevo scelto di non parlare di Prince Jerry per rispettare il dolore della sua morte e desolazione. Vi sono indagini giudiziarie che stanno stabilendo esattamente i fatti ed eventuali responsabilità. Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate per discorsi diversi da quelli di compassione per una vita stroncata e di un lungo sogno interrotto".
In Italia da giugno 2016 - Prince Jerry, 5 fratelli, era nato nei pressi di Benin City in Nigeria ed era arrivato in Italia nel giugno del 2016. Parlava benissimo l'italiano, hanno spiegato quanti lo conoscevano, faceva volontariato con varie realtà di Genova ed era praticamente ossessionato dallo studio, dopo essersi sentito non valorizzato dal mancato riconoscimento della laurea in Chimica ottenuta in Nigeria. Le indagini degli inquirenti chiariranno se sia stato effettivamente un suicidio.
Una delle sorelle di Prince Jerry dovrebbe riuscire ad arrivare a Genova dalla Spagna, in tempo per partecipare al funerale, che sarà celebrato venerdì mattina dallo stesso don Martino, mentre una seconda sorella arriverà nei prossimi giorni.