Il presidente della Giunta per le immunità di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, ha fatto sapere di aver "scritto una lettera Salvini" sul caso Diciotti. La missiva contiene un invito a presentarsi davanti alla Giunta: "Gli abbiamo dato sette giorni". Al termine della prima riunione, Gasparri ha anche sottolineato che "altre persone non sono previste nelle procedure" e che "il nostro interlocutore è e resta il ministro Salvini".
Il presidente ha quindi spiegato che "se il governo avrà cose da dire sarà lo stesso Salvini a riferircele, arricchendo la sua relazione". In merito all'iter da seguire, Gasparri ha quindi spiegato che "la mia relazione ha avviato il procedimento, poi ascolteremo l'interessato e farò una mia proposta: il tutto entro il 23 febbraio". In quanto all'invito a comparire, "deciderà Salvini se mandare una memoria o venire di persona. Vorrei garantire il rispetto dei tempi e della procedura".
"In Giunta non è un processo con testimoni" - "Noi ci rivolgiamo agli interessati secondo una procedura prevista da una legge costituzionale e dal Regolamento del Senato - ha detto ancora Gasparri -. Non andiamo a sollecitare atti a chi non è nel procedimento. E' una procedura come un Tribunale. E questa riguarda il ministro Salvini, altri non so, non è un processo con i testimoni. Per chi vuole esprimere la sua opinione, siamo in un Paese libero però noi abbiamo delle procedure e le seguiamo".
"Salvini segua le procedure, non basta un video su Facebook" - Il presidente ha quindi sottolineato come la Giunta "ascolterà Salvini che porterà le sue argomentazioni, farà le sue citazioni sulla giurisprudenza ma è chiaro che dovrà seguire le procedure: è evidente che non è una questione che si risolve con un video su Facebook o con una raccolta di firme".
Salvini: "Confido nell'intero Senato" - Sulla questione della Diciotti, Salvini ha sottolineato di aver "apprezzato le parole del premier Giuseppe Conte sull'assunzione di responsabilità da parte di tutto il governo. E' un intervento che mi fa piacere" ma "non l'ho richiesto io: del resto è evidente che nei miei atti non si riscontra alcun reato". Il ministro ha poi aggiunto: "Confido nell'intero Senato perché non è in discussione un eventuale reato ma il fatto che il governo possa esercitare i poteri che gli italiani gli hanno conferito".