Sea Watch: l'Olanda ribadisce il "no" all'accoglienza, disponibili cinque Paesi
La Corte dei diritti umani respinge il ricorso della Ong. La proposta di Macron: "Sbarco in Italia, poi la distribuzione". Conte: "Questa vicenda mostra l'incapacità dell'Ue"
L'Olanda non commenta le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini sul caso Sea Watch, che permetterebbe lo sbarco degli immigrati solo nel caso di un'accoglienza nei Paesi Bassi. "Non siamo obbligati, la nostra posizione non cambia", ha ribadito il ministero delle Migrazioni olandese. Il premier italiano Giuseppe Conte ha affermato che sono cinque i Paesi disponibili al ricollocamento dei migranti: Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta.
Il governo olandese ha ricordato di "aver preso atto della richiesta dell'Italia di rilevare i migranti, fornita tramite i
canali diplomatici appropriati", ma che "spetta al capitano di Sea Watch 3 trovare un porto sicuro per sbarcare i 47 migranti".
Berlino: "Distribuzione bilanciata" - La Germania, da parte sua, ha annunciato la propria disponibilità a offrire "un contributo solidale". "Come in tutti i casi di salvataggio dei profughi dal mare finora avvenuti, il governo tedesco, anche nel caso attuale della nave Sea Watch 3, è per una veloce soluzione per le 47 persone salvate, che prevede nel contesto della solidarietà europea una distribuzione bilanciata".
La Corte di Strasburgo respinge la richiesta di sbarco - Nel frattempo la Corte dei diritti umani di Strasburgo, a cui la Ong tedesca aveva presentato ricorso chiedendo lo sbarco per i 47 migranti, ha chiesto all'Italia di "prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua". Per i minori non accompagnati è stato chiesto al governo di garantire anche una "tutela legale" adeguata. La Corte non ha però accolto la richiesta di ordinare all'Italia lo sbarco.
Macron: "Sbarco in Italia, poi la distribuzione" - Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente francese, Emmanuel Macron: "Per la Sea Watch 3, che si trova vicino alle coste siciliane, bisogna applicare tre principi: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l'Italia, il principio della distribuzione dell'onere", dal quale la Francia non si è mai sottratta, "e infine il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le ong rispettino le regole".
Sea Watch: "Grazie agli italiani che ci sostengono" - Intanto il capo missione di Sea Watch ha ringraziato "tutti quelli che ci stanno mostrando solidarietà e gli italiani che ci stanno sostenendo, in particolare i cittadini di Siracusa e il sindaco che ha espresso vicinanza in questo momento". "La vostra solidarietà è importantissima, per me personalmente, per l'equipaggio e soprattutto per i nostri ospiti a bordo. Continuate così", ha aggiunto il vertice della Ong dalla nave umanitaria sempre bloccata in rada a Siracusa.
Conte: "La crisi della Sea Watch mostra l'incapacità dell'Ue" - Anche l'Italia ha detto la sua sul caso della Sea Watch, per bocca del premier Giuseppe Conte: "La vicenda evidentemente denuncia l'incapacità di gestire con meccanismi condivisi europei il fenomeno migratorio". Secondo il presidente del Consiglio, quella dell'immigrazione è "una sfida cruciale per l'Europa, che rischia di implodere perché da troppo tempo si trascina senza trovare una soluzione condivisa. Ho sollecitato i miei colleghi del sud Europa a trovare strumenti per convergere su fatti concreti e un meccanismo condiviso. Se non riusciamo a tradurre i principi in azioni concrete e restano mere dichiarazioni, poi non ci dobbiamo stupire se i cittadini si allontanano dall'Ue".
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