Storie di moda

Le calzature sporty-chic conquistano le strade metropolitane

Stokton per la primavera-estate 2019 punta sulle sneakers per uno stile outdoor contemporaneo e di tendenza

di Elena Misericordia

© ufficio-stampa

Toscana, Pieve di Nievole. È proprio qui, nel cuore del distretto della calzature maschili e femminili, che la Stokton, nel 1978, firma la sua prima collezione di mocassini 100% Made in Italy. Questa solida realtà, in continua ed inarrestabile crescita, ha conquistato nel corso del tempo i mercati più ambìti, estendendo i propri confini oltre l’Italia e ampliando la propria gamma di offerta. Il 2011 è l’anno della svolta, in cui viene introdotta una linea “street”, per un pubblico giovane che si muove nei contesti “urban” contemporanei.

Fiore all’occhiello della produzione dell’azienda, guidata oggi da Fabio Sfienti, General Manager e estroso designer del brand, sono proprio le sneakers. Innovazione e tradizione si fondono sapientemente in queste calzature fashion rivolte all’outdoor.
Modelli innovativi, che sperimentano con audacia l’accostamento di insoliti materiali: catene decorative, cristalli, perle e bijoux, lacci in tulle, gros grain, velvet e raso, inserti fluo, tessuti bouclé, reti macro e micro, linguette in eco-fur, suole in gomma laminata, crackling, jeans, camouflage, print stellari, pins gioiello, applicazioni floreali in pelle, fasce in pelliccia di volpe, borchie, lurex...I minimi comuni denominatori di ogni collezione rimangono però sempre ancorati alla manualità delle maestranze artigiane e all’eccellenza della materia prima di origine esclusiva italiana, unici veri capisaldi della filosofia Stokton.
 
Chi è Fabio Sfienti e qual è stato il tuo percorso di formazione professionale?
Un animo creativo intrappolato nel cervello di un economista. Fin da piccolo ho sempre avuto una forte predisposizione verso le materie artistiche. Crescendo, però, la consapevolezza che un giorno avrei dovuto prendere in mano le redini dell'azienda di famiglia mi ha spinto verso studi più tecnici, economici. Non mi sono comunque mai allontanato dalla realtà quotidiana dell'impresa; questo, unitamente ai viaggi di lavoro al fianco di mio padre, ha contribuito al mio background, raffinando il mio senso estetico, e ha tracciato in maniera indelebile il mio percorso verso quello che poi sarebbe stato il mio lavoro. A soli 30 anni mi sono ritrovato infatti a capo della Stokton ed ho dovuto conciliare le mie capacità imprenditoriali con il mio gusto per la moda.

Da dove deriva la tua passione per la creatività? Esiste un episodio significativo della tua vita che ti abbia fatto capire che saresti diventato un designer?
Non ricordo se ci sia stato o meno un momento preciso in cui abbia capito che avrei fatto il designer. Sapevo che la mia vita sarebbe stata legata all'azienda della mia famiglia, ma non con quale ruolo. Ma la cosa che da sempre più mi affascinava, nei vari step produttivi, era il veder realizzare in concreto qualcosa che, inizialmente, era solo un'idea, un semplice schizzo su carta.

Quando e come è nato il brand Stokton? Possiamo parlare in qualche modo quindi di una “storia di famiglia”?
Stokton nasce negli anni '70 da un'idea di mio padre, in un momento di forte crescita economica, e con l'insolito nome di un famoso tennista americano degli anni '60: Dick Stockton. Questo nome ci ha portato una fortuna incredibile proprio con le scarpe da tennis…assurdo se pensiamo che ai tempi producevamo mocassini!

Quali sono le caratteristiche essenziali delle vostre calzature?
La cura del dettaglio in primis, poi la scelta dei pellami e dei materiali sempre di qualità e poco inflazionati, armonizzati su modelli di tendenza che non rinunciano alla comodità. 

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Che importanza assume l’artigianalità Made in Italy nell’ambito della vostra produzione?
Il 100%! Senza le maestranze artigiane, che producono il nostro prodotto nel cuore della Toscana, la Stokton non esisterebbe.

Possiamo individuare nella qualità dei pellami e nella originalità dei materiali come di un punto di forza delle vostre calzature?
 Assolutamente sì. Per anni i nostri pitoni patchwork sono stati il tratto distintivo delle nostre collezioni; quasi al pari della catena, la nostra firma.

Come riuscite a conciliare tradizione e innovazione? Quando è avvenuta la svolta fashion rivolta all’outdoor e allo streetstyle?
A inizio 2000 abbiamo aperto la strada a un nuovo tipo d'impresa, in cui comunque tradizione e know how artigianale rimanessero sempre vivi, poiché appartenenti non solo alla storia della nostra famiglia, ma anche a quella del territorio toscano. È nostro dovere preservare e tutelare questo ricco patrimonio, anche se i mercati del fashion ci richiedono prodotti sempre nuovi…e qui entro in gioco io.
Abbiamo iniziato come azienda di mocassino da barca da uomo. Mano a mano abbiamo esteso la produzione ai mocassini da donna e alle ballerine. La svolta rivolta allo streetwear è stata una mia intuizione, nel 2011. Era infatti giunto il momento di pensare a uno moda "street", rivolta ad un pubblico giovane, più adatta al contesto contemporaneo in cui viviamo oggi.

Come sono la Donna e l’Uomo Stokton?
La nostra è un clientela che non considera i cliché e non ama le scelte convenzionali. Vuole un prodotto esclusivo, ricercato e diverso, perfetto per un look casual-chic.

Cosa proponete per la prossima Primavera-Estate? Le sneakers saranno ancora grandi protagoniste?
Da più stagioni la sneaker è diventata quell'item irrinunciabile, di cui non sapremmo più fare a meno per "chiudere" i nostri outfit dal sapore "urban". E la SS19 non farà certo eccezione! Puntiamo molto sulla runner, modello di punta, realizzato su fondi di varie altezze, da quelle più classiche con fondi zigrinati a quelle più impattanti e voluminose. Il ginnico si riveste di carattere con colori fluo, tomaie in vinile, inserti in pvc, lacci vezzosi e ricami feuillage. Riproponiamo inoltre storici evergreen, tornati in auge, come le basket anni '90 in pelle bottalata, dalle colorazioni pastello con lacci a contrasto. Anche in questa collezione, tradizione e innovazione coesistono in assoluta armonia, tant'è che abbiamo scelto di siglare i modelli più nuovi con il codice ST-77IT. Un piccolo tributo al Made in Italy e alle nostre radici.

Chi è Fabio quando non veste i panni dello stilista?
Quando non lavoro mi piace godermi la mia famiglia e viaggiare insieme ai miei cari. Certo, non stacco mai la testa…perché l'ispirazione quando arriva arriva... non si può mai sapere quando colpirà!

Cosa sogni per il futuro del tuo brand?
Ho sogni ambiziosi ma, per scaramanzia e per indole pragmatica, preferisco godermi il momento e parlare dei traguardi già tagliati: proprio l'anno scorso abbiamo aperto il nuovo show-room direzionale a Milano, i punti vendita aumentano di anno in anno, e questa è la conferma che stiamo facendo un buon lavoro. L'esportazione cresce e i risultati raggiunti fanno sognare l'estero anche se...l’Italia rimane sempre nel mio cuore.