Beppe Grillo torna nei panni del comico sulla Rai2 con uno speciale voluto dal neo-direttore Freccero ed è subito polemica. All'artista genovese (protagonista di uno speciale dedicato ai grandi artisti italiani) verranno infatti pagati 30mila euro come diritti d'autore per alcuni spezzoni di spettacoli che Viale Mazzini manderà in onda durante "C'è Grillo". Ed è subito polemica nonostante la Rai abbia fatto sapere che "così come per tutti i programmi simili, viene versato il dovuto per la cessione in licenza dei diritti di diffusione televisiva". Sul programma ideato da Freccero (in quota M5s) si scaglia il Pd: "Sono cose da Repubblica delle banane".
"Ricordo a Grillo che 30mila euro è lo stipendio annuo lordo di un impiegato comunale. Lui lo prende in una botta sola perché è un capo politico. Tria deve spiegare" incalza il deputato dem, Roberto Morassut.
Gli fa eco Davide Faraone, sempre Pd: "Presenterò un'interrogazione in Vigilanza Rai e chiederò di poter fare un accesso agli atti per verificare quanto scrivono organi di stampa in riferimento al presunto compenso. Pensare che i soldi del servizio pubblico siano utilizzati per pagare quello che ormai è a tutti gli effetti un leader politico mi sembra folle". Il capogruppo Pd in Commissione Vigilanza rincara la dose: "Questa vicenda potrebbe anche essere diversa: potrebbe infatti essere tutto pensato per poter consentire a Beppe Grillo di fare il bel gesto, con una bella dichiarazione in cui rinuncia al compenso".
La difesa - Sulla vicenda intervengono anche i due vicepremier. Matteo Salvini spiega: "Sono sicuro che quei 30mila euro li darà in beneficenza. Anche perché non ne ha bisogno". Luigi Di Maio prova a chiarire: "Freccero sta lanciando un programma che sia chiama "C'è...", e stasera c'è Grillo poi ad esempio ci sarà Celentano. Ma Grillo non ha firmato alcun contratto con la Rai".