Giorno della Memoria

“Noi bambine ad Auschwitz”: le sorelle Bucci raccontano il loro incubo

Andra e Tatiana, le più giovani italiane ad essere sopravvissute al campo di concentramento, ricostruiscono per la prima volta la loro storia in un libro

© agenzia

“La mamma avrebbe voluto trovare un nascondiglio anche per noi due. Ma nessuno ci aiutò. Non possiamo indicare il giorno esatto in cui siamo state arrestate. Sappiamo che siamo partite per Auschwitz il 29 marzo 1944 perché la mamma ce l’ha raccontato”. È questo l’inizio di un incubo per due sorelline di sei e quattro anni, Tatiana e Andra Bucci, sopravvissute al campo di sterminio polacco. Oggi, dopo settantacinque anni, hanno deciso di lasciare la loro testimonianza di quei nove mesi infernali in un libro, “Noi bambine ad Auschwitz” (ed. Mondadori, 160 pagine, 17 euro).

Le due bambine vennero arrestate insieme alla mamma con cui vivevano a Fiume, in Croazia. Giunte al campo furono scambiate per gemelle e separate dagli altri bambini per essere studiate dal dottor Mengele. Forse fu questo uno dei motivi per cui furono lasciate in vita.  

Per loro la liberazione avrà il sorriso di un soldato che con una divisa diversa offre loro del salame. Era il 27 gennaio 1945. Ma Andra e Tatiana dovranno attendere ancora prima di poter riabbracciare la loro famiglia. Dopo il campo, trascorreranno prima un anno in un orfanatrofio di Praga e poi alcuni mesi in un centro di recupero in Inghilterra.   

Tatiana e Andra hanno confessato che mai come oggi sentono il bisogno di testimoniare e raccontare i mostri del loro passato, affinché nessuno possa mai dimenticarli.