Robo-advisor: ecco come il digitale cambia il modo di investire
La rivoluzione digitale sta ormai interessando anche il mercato dei servizi. L’industria del risparmio gestito, in tutto il mondo, è sempre stata poco sensibile al cambiamento. Il modello di business prevalente, almeno per quanto riguarda la clientela di tipo mass retail, non è particolarmente mutato rispetto a 40 anni fa. Ci si affida ancora su reti di vendita fisiche.
Cos’è il robo-advisory
Con
robo-advisory si intendono tutte quelle iniziative che integrano nel
modello tradizionale di gestione del risparmio delle famiglie le nuove
tecnologie digitali. Ci sono piattaforme online che automatizzano il processo di investimento e le scelte; altre realtà, invece, inseriscono degli elementi di automazione nella consulenza, “
utilizzando la tecnologia per offrire soluzioni di investimento a costi accessibili, ma di elevata qualità e personalizzazione”, commenta
Giovanni Daprà, ceo di
Moneyfarm. Può essere automatizzato anche il canale di contatto con il cliente. Non più la filiale o il promotore, ma un portale online che permette di tenere sempre sotto controllo l’investimento.
La nuova formula di gestione del risparmio
Il modello che si sta diffondendo maggiormente è quello
ibrido. Moneyfarm è stata tra i primi ad affidarsi a questo tipo di modello, ossia quello che integra le
tecnologie e il
fattore umano. Modelli completamente automatizzati, nel corso del tempo, hanno faticato ad imporsi sul mercato. Il successo dei robo è dovuto all’affiancamento di una
gestione tradizionale.
Il modello ibrido: come funziona
Prendiamo l’esempio di una società che offre prodotti di investimento online, come Moneyfarm. Una persona può investire tramite portale. Dopo essersi iscritto al sito, dovrà rispondere a una serie di domande che servono a creare il suo profilo di investitore, passando da quesiti basati sull’attitudine caratteriale,
obiettivi finanziari e situazione patrimoniale. Con queste informazioni l’algoritmo suggerisce la
soluzione di investimento più adatta alle necessità dell’investitore. L’ultimo step è quello dell’
integrazione: la consulenza digitale viene integrata dalla
valutazione di un consulente.
Il portafoglio, infine, viene gestito da una squadra di
asset allocation tradizionale. I vantaggi per il cliente? Un netto
taglio dei costi.
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