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Nuove regole per banche e intermediari con MiFID II: cosa cambia per chi investe?

tgcom24

Più trasparenza e maggiore sicurezza per chi investe. Il 3 gennaio 2018 è entrata in vigore la cosiddetta MIFID 2, la normativa europea che disciplina i servizi di investimento. L’obiettivo è quello di fornire una maggiore protezione a investitori e risparmiatori.

Cos’è la MIFID 2
La MIFID 2 è una direttiva europea sui servizi finanziari, del 15 maggio 2014, che inizialmente sarebbe dovuta entrare in vigore il 3 gennaio 2017, ma è diventata operativa un anno più tardi. Si tratta dell’evoluzione della precedente disciplina, la MIFID, del 2007. La versione più recente ne amplifica il campo d’azione. MIFID è acronimo di Markets in Financial Instruments Directive.

Lo scopo della MIFID 2
La normativa si pone come obiettivo quello di aumentare la tutela di chi investe, grazie a un maggior numero di informazioni e a nuove impostazioni per le imprese e gli intermediari finanziari, come le banche, le società di gestione del risparmio e le società di intermediazione mobiliare. Con la MIFID 2 si promuove una maggiore trasparenza e una migliore efficienza per chi decide di investire nei mercati finanziari.

Che cosa prevede
Tra i presidi a difesa dei risparmiatori, la MIFID 2 prevede due importanti novità che avranno conseguenze notevoli per gli investitori e per i mercati. Si tratta della “ product governance” e della “ product intervention”.
La prima indica la fase a “costruzione” di un prodotto finanziario, prima che venga distribuito ai risparmiatori. In questa fase la società produttrice deve definire un target positivo e uno negativo. Il consulente dovrebbe poi individuare tra i suoi clienti quali rientrano in un target piuttosto che nell’altro.
La product intervention, invece, prevede la possibilità per le authority competenti di stabilire il divieto o la limitazione di vendita di strumenti finanziari o depositi strutturati, anche prima della commercializzazione.

Una migliore specifica dei costi
Tra gli aspetti più interessanti per i risparmiatori c’è quello relativo a una maggiore chiarezza sul versante dei costi dei prodotti finanziari sui quali si è deciso di investire. Tutte le spese inerenti al prodotto acquistato dovranno essere ben specificate in precedenza, con una stima, e rendicontate almeno una volta all’anno, con i relativi impatti sui rendimenti.

L’importanza della consulenza indipendente
Un motivo in più per sottolineare l’importanza di affidarsi ad un consulente indipendente quando si tratta di investire i propri risparmi. Tra i motivi i più interessati per l’investitore ci sono sicuramente i minori costi di gestione e il peso diverso delle commissioni rispetto a quanto accade con un consulente della banca. Bisogna anche aggiungere una diversa proposta tra i prodotti di investimento che, nel caso di un consulente esterno, non sono di norma legati agli interessi dell’istituto di credito.

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