"Bohemian Rhapsody", fresco di cinque nomination agli Oscar, ha conquistato pubblico e critica ma sul biopic di Freddie Mercury incombono nuvole nere. Il regista del film Bryan Singer, licenziato a fine 2017 per un presunto problema di salute, dovrà infatti rispondere di altre quattro accuse riguardanti molestie sessuali su minori. A quanto riporta l'Atlantic i fatti risalgono alla fine degli Anni Novanta.
L'inchiesta dell'Atlantic è durata 12 mesi e ha coinvolto una cinquantina di fonti, tra cui quattro uomini che hanno accusato il regista di averli molestati quando erano minorenni. Victor Valdovinos, ha dichiarato che all'età di 13 anni Singer gli afferrò i genitali e si masturbò davanti a lui sul set del film "L'allievo" (thriller del 1998), altri due hanno raccontato di aver fatto sesso con lui nel 1997, quando avevano 15 e 17 anni, mentre l'ultimo ha affermato di aver avuto un rapporto orale con il regista quanto aveva 17-18 anni. "Se non eri abbastanza giovane e carino per essere un suo ragazzo, potevi sempre entrare nelle sue grazie reclutando altri ragazzi" ha confessato una fonte, svelando quindi l'esistenza di un entourage che adescava i minorenni.
Non è la prima volta che il regista finisce sul banco degli imputati. Nel dicembre 2017 (nello stesso periodo in cui venne licenziato dal set di "Bohemian Rhapsody") un uomo di nome Cesar Sanchez-Guzman accusò Singer di averlo forzato ad avere un rapporto orale e anale a bordo di un yacht a Seattle nel 2003, quando aveva 17 anni.
SINGER: "SFRUTTANO IL SUCCESSO DI BOHEMIAN RHAPSODY" - Il regista ha risposto all'articolo dell'Atlantic con un comunicato ufficiale, tramite il suo portavoce: "E' triste che l'Atlantic si pieghi a standard di giornalismo così bassi. Queste cause legali sono state depositate da individui riprovevoli, che mentono per denaro o popolarità. Non mi sorprende che, con Bohemian Rhapsody candidato agli Oscar, questo pezzo omofobico sia stato pubblicato giusto in tempo per sfruttarne il successo".